Addio Stefano. Maresciallo dell'aeronautica stroncato a 50 anni dalla leucemia

Sabato 11 Agosto 2018 di Lucio Piva
Addio Stefano. Maresciallo dell'aeronautica stroncato a 50 anni dalla leucemia
1
PIANIGA - Dal dramma provocato dal radon e dall'amianto nelle viscere del Venda a quello causato dall'uranio impoverito negli scenari bellici più cruenti dell'Europa e del mondo. L'Unione sottufficiali di Abano da sempre in prima linea nel reclamare il riconoscimento dei decessi per causa di servizio dei tanti militari uccisi nel bunker dei veleni, porta ora all'attenzione delle istituzioni una nuova tragedia che colpisce l'aeronautica militare. È infatti deceduto in una struttura sanitaria di Mestre, dove è stato sopraffatto da una gravissima forma di leucemia, Stefano De Gasperi, 50 anni, sposato, padre di un bimbo di 12 anni, per anni in servizio all'estero con il grado di maresciallo dell'aeronautica. 
 
MISSIONI ALL'ESTERO
De Gasperi, che risiedeva a Mellaredo di Pianiga, aveva preso parte a numerose missioni italiane di pace dalla fine degli anni 90 sino al 2013. Prendendo parte ad importanti compiti di natura logistica e sicurezza, aveva operato per mesi nei teatri di guerra più cruenti, come il Kossovo, i Balcani, l'Afghanistan. «Solo l'attaccamento alla divisa racconta commossa la moglie, Annalisa l'ha tenuto distante dalla famiglia a cui era legatissimo. Ha concluso un calvario di sofferenza. Ma l'ha fatto con tanto coraggio e tanto amore. Sono fiera di mio marito». L'ultima missione di Stefano De Gasperi si era conclusa nel 2013. Poi il dramma. Gli esami clinici cui si era sottoposto il maresciallo al rientro dall'ennesima missione hanno emesso per lui un verdetto tremendo, provocato con ogni probabilità dall'esposizione ad ambienti contaminati dall'uranio impoverito. Ad aggravare ulteriormente alle gravissime patologie contratte dal maresciallo si sono sommate anche le conseguenze dovute al contatto con onde elettromagnetiche. 

PENSIONE ANTICIPATA
Stefano De Gasperi, dopo l'ultima missione, è stato collocato in pensione anticipata. «È stato un dolore immenso per un uomo ha continuato la moglie profondamente innamorato del suo lavoro e della sua divisa. Stefano si è dedicato, fra mille pericoli, alla causa con passione e coraggio. Ora non voglio che la sua vicenda resti dimenticata». Il dramma che ha colpito Stefano De Gasperi non è un fatto isolato. Ben tre suoi colleghi del contingente di 18 altri specialisti dell'Aeronautica che hanno preso parte alla missione sono diventati nel frattempo vittime dell'uranio impoverito. La salma del giovane maresciallo è ancora a disposizione del magistrato di turno che ne ha disposto l'esame autoptico. Solo successivamente sarà possibile definire la data dei funerali. L'Unsi di Abano, che sta già sostenendo la richiesta per riconoscimento della causa di servizio intende riportare la nuova tragedia patita dagli uomini dell'Aeronautica all'attenzione del Governo. «Nel nome di Stefano e di tanti altri militari rimasti per lungo tempo esposti a fonti di rischio ha detto il componente del direttivo Giovanni Amato chiediamo a gran voce le garanzie di controlli rapidi e periodici, che possano svelare per tempo l'insorgere di patologie gravi e porre chi è colpito nelle condizioni di una corretta azione di cura e di intervento».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci