Rapina in casa. «S'è preso la catenina, ultimo regalo di mia figlia morta a soli 33 anni»

Giovedì 9 Agosto 2018 di Maria Elena Pattaro
Rapina in casa. «S'è preso la catenina, ultimo regalo di mia figlia morta a soli 33 anni»
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MONSELICE - «La collana che il ladro mi ha strappato dal collo aveva un grande valore affettivo: era di mia figlia Giusy, che me l'aveva regalata poco prima di morire di tumore a soli 33 anni». Nelle parole di Giancarla Andolfo, la 76enne di Conselve rapinata martedì notte nel suo appartamento di Quartiere Meneghini, lo spavento ha ceduto il posto al rammarico di aver perso l'oggetto più prezioso che aveva. 

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«Era un ricordo di mia figlia, morta 21 anni fa spiega l'anziana dalla stanza dell'ospedale di Schiavonia in cui è stata ricoverata con una prognosi di circa 20 giorni per il trauma facciale riportato nell'aggressione. 
 
«Indossavo sempre quel collier» aggiunge, scostando la camicia da notte all'altezza del collo. Nel punto in cui la collana si è sganciata le è rimasta una riga rossa di sangue cicatrizzato. L'altro segno visibile della notte di violenza attraversata dalla 76enne è l'ematoma bluastro attorno al sopracciglio sinistro. «Il ladro mi ha colpito con la torcia che aveva in mano racconta Giancarla indicando il punto ancora dolorante io avevo cercato di fermarlo, urlando e sbarrandogli la strada, ma lui mi ha colpita e a quel punto sono caduta a terra, intontita». 
Il malintenzionato ha approfittato di quel momento per strapparle la collana, senza tuttavia riuscire a rubare altro dalle stanze. Forse non si aspettava di trovarsi di fronte la padrona di casa, svegliata in piena notte dai colpi che l'intruso stava sferrando al portoncino d'ingresso. 
«Erano circa le due e un quarto quando ho sentito dei colpi alla porta racconta sono scesa dal letto e sono andata verso l'entrata. Con tutto quel baccano era impossibile non svegliarsi. Anche la famiglia nigeriana che abita al piano di sopra poi mi ha detto di aver sentito il trambusto, anche se nessuno è corso fuori a vedere, forse per paura visto che la signora è incinta». 
«All'improvviso mi sono trovata davanti un uomo col passamontagna nero, il giubbotto scuro e i guanti prosegue l'anziana In una mano aveva una spranga, con cui aveva scardinato la porta, nell'altra una torcia, con cui mi ha colpita alla fronte». Nonostante il colpo ricevuto, l'anziana ha mantenuto i nervi saldi: «Quando mi sono ripresa, sono riuscita ad alzarmi in piedi racconta e ad andare in cucina per bere un bicchiere di acqua e zucchero, in modo da calmarmi e recuperare le forze. Poi ho chiamato i carabinieri e le mie due sorelle». Insieme alla pattuglia e ai parenti è arrivata in Quartiere Meneghini anche l'ambulanza del 118, che ha trasportato la vittima all'ospedale di Schiavonia, dove resterà fino a stasera per ulteriori accertamenti.
Una volta dimessa, Giancarla non tornerà subito a casa sua: «Preferisco restare dalla sorella che abita a Monselice, almeno per un po'. Poi però dovrò trovare una soluzione istallando magari l'allarme per evitare altri episodi del genere». La donna, infermiera ormai in pensione e vedova da quattro anni, abita a Conselve da quaranta. «Finora non mi erano mai successi episodi spiacevoli come furti o rapine» dichiara ripensando all'intruso che si è intrufolato nel suo appartamento e di cui non è riuscita a sentire la voce. 
«Ripensando a questo particolare afferma mi sono data due spiegazioni: il ladro o aveva paura che lo riconoscessi dalla voce, oppure non parlava italiano.

In ogni caso in questi anni non ho avuto problemi con nessuno e non mi aspettavo certo che mi succedesse una cosa del genere».  

Ultimo aggiornamento: 14:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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