Maila, i lividi in faccia: «Tutti sapevano che lui la picchiava»

Giovedì 9 Agosto 2018 di Diego Degan
Maila, i lividi in faccia: «Tutti sapevano che lui la picchiava»
4

CAVARZERE - Chi non sapeva nulla e chi sapeva tutto. Maila Beccarello ha perso la vita, a soli 37 anni, incapace di districarsi tra questi due estremi, senza chiedere aiuto a chi poteva darglielo e senza accettarlo da chi aveva capito e la spronava a cambiare vita. «Tesoro, cosa ti successo?» le aveva chiesto un'amica barista solo la settimana scorsa. Maila era entrata nel locale, un bar del centro, con indosso un cappello a tesa larga e due enormi occhiali da sole che, però, non riuscivano a nascondere la tumefazione alla guancia e al labbro che le prendeva mezzo volto. Maila non aveva risposto a parole, ma solo con uno sguardo rassegnato e se n'era andata via subito. «Non era la prima volta che la vedevo con gli occhi gonfi o con dei segni sul viso, ma lei non ha mai  detto nulla racconta ancora la barista altre volte veniva con lui a mangiare una piadina e sembravano la coppia più tranquilla del mondo». 

RAPPORTO A DUE FACCE
Un rapporto (si erano sposati nel 2011) dalla doppia faccia, insomma. Più di qualcuno ricorda di averli visti recarsi in centro, con un cane al guinzaglio (entrambi avevano una passione per questi animali e nel loro giardino, ieri, ce n'erano quattro) e mano nella mano, come due sposini ancora innamorati. Un'immagine così ricorrente nei ricordi delle persone che sembra strano che lui, Natalino Boscolo Zemello agli arresti domiciliari dal luglio scorso (20 mesi, di cui 13 già scontati) potesse permettersi tutte quelle passeggiate. 

I RACCONTI
In realtà aveva un permesso per le incombenze domestiche (spesa, ecc.) tre volte a settimana, un permesso che, forse si era guadagnato anche con un atteggiamento remissivo e di apparente ravvedimento: aveva perfino chiesto ai carabinieri se, restando nel giardino di casa, avesse violato gli obblighi dei domiciliari. Un detenuto modello, insomma. Ma nel privato non era poi così a modo. «Lei, ogni tanto, veniva qui da noi a prendere un caffè ricorda Stefano, che lavora nella pizzeria a poche decine di metri da casa loro talvolta uno per sé e uno da portare via. Talvolta prendeva una pizza e una birra, o solo delle birre, chiaramente destinate a lui. In qualche occasione non aveva soldi per pagare, ma le davo lo stesso quello che chiedeva, perché l'ho vista diverse volte, con gli occhi tumefatti e pensavo che se non avesse portato a casa quello che lui le aveva chiesto, avrebbe preso altre botte. Del resto che lui la picchiava lo sapevano tutti. Ma lei non si è mai confidata, non ha mai raccontato a noi queste cose». 

IL SILENZIO DI MAILA
E come non le aveva raccontate all'amica barista, o al ristoratore, Maila non le aveva raccontate neppure ai carabinieri. Non risulta, infatti, alcuna denuncia, segnalazione o lamentela, da parte sua o dei vicini, né in passato, né la notte stessa dell'omicidio. «Non abbiamo sentito nulla. Dormivamo» ha raccontato una vicina di casa, chiudendo, poi, frettolosamente la porta. Ed è stata l'unica a pronunciare qualche parola nel rione. Agli altri campanelli, ieri mattina, non ha risposto nessuno: tutti a lavorare o desiderosi di non essere coinvolti. Mano a mano che ci si allontana dal quartiere, però, la fama di attaccabrighe di Natalino Boscolo emerge dai racconti dei passanti.  «Ha litigato con uno, qualche giorno fa, davanti al supermercato dei cinesi» ricorda qualcuno e «l'ho conosciuto perché volevo comprare dei cuccioli che lui aveva racconta una donna coetanea di Maila ma quando ho capito il tipo, ho preferito lasciar perdere». 

GLI AMATI CANI
La compravendita di cuccioli di razza sembra essere una delle fonti di sostentamento della coppia. Entrambi ufficialmente disoccupati, lei cercava qualche lavoretto, come testimonia un annuncio facebook dello scorso maggio, in cui si dichiarava disponibile a fare la badante, la lavapiatti o l'animatrice.

Ma la fonte di reddito più sicura era, probabilmente, la pensione della mamma di Maila che, fatalità, aveva lasciato la casa, in cui viveva con figlia e genero da maggio del 2016, da pochissimi giorni, non è chiaro per quale motivo e per quanto tempo. Un allontanamento che potrebbe aver destabilizzato ancor di più il carattere insicuro e rissoso di Natalino Boscolo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci