Le Ferrovie pagano la pulizia degli archi del Ponte della Libertà

Giovedì 9 Agosto 2018 di Elisio Trevisan
Le Ferrovie pagano la pulizia degli archi del Ponte della Libertà
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 Ora è certo che i 222 archi del ponte della Libertà, prima o poi, verranno liberati dalle barriere di detriti e colonie di ostriche che li ostruiscono e hanno trasformato il ponte in una gigantesca diga che divide a metà la laguna. Le Ferrovie dello Stato hanno infatti risposto ai consiglieri del Gruppo Misto in Comune di Venezia, Renzo Scarpa e Ottavio Serena, che procederanno «per fasi successive, sin dal prossimo anno, interessando alcune arcate per volta secondo una programmazione basata sule effettive priorità manutentive».
 
MANUTENZIONI
In buona sostanza Rfi si è resa conto che il ponte ferroviario ha bisogno di manutenzione e va sistemato, e in questi lavori rientra anche la riapertura degli archi altrimenti operai e mezzi non riescono ad intervenire sotto per rinforzare le arcate che sostengono i binari. «Alla pari della risposta che abbiamo ricevuto da Veneto Strade per la parte che riguarda il ponte automobilistico, anche le Ferrovie dunque hanno scritto l’atto fondamentale e indispensabile per la cura e il mantenimento di quella parte di Laguna, ed è l’obiettivo che ci eravamo posti scrivendo tante lettere alle quali inizialmente non avevano risposto: cioè quello di far riconoscere, ai concessionari delle aree lagunari sulle quali insistono i tue ponti translagunari, il loro obbligo al mantenimento delle situazioni originarie naturali dei luoghi - affermano Scarpa e Serena -. D’ora in avanti, ogni cittadino e ogni Istituzione saprà a chi rivolgersi».
Non sono, insomma, motivazioni ambientali o di difesa dell’integrità lagunare a muovere Ferrovie e Veneto Strade ma quel che conta è che ai primi 8 archi liberati tra l’anno scorso e quest’anno, segua la riapertura di tutti gli altri e che si possa finalmente porre fine a una situazione di abbandono e degrado che ha portato alla formazione della diga che impedisce lo scambio delle maree e provoca l’interramento della laguna nord tra San Giuliano e Campalto, oltre che al suo inquinamento e alla sua morte. Le Ferrovie hanno giustificato il loro primo intervento sui tre archi già ripuliti e la continuazione dell’impegno con «la necessità di continuare con le operazioni di verifica e manutenzione del Ponte», intervento che porteranno avanti per fasi successive «considerata la notevole lunghezza dello stesso e il conseguente impegno tecnico-economico».
I consiglieri comunali e i portavoce delle associazioni sportive e ambientaliste che da tempo hanno sollevato il problema sostengono che, se invece di lasciare il ponte al suo destino per tanti anni fossero state effettuate manutenzioni periodiche, a questo punto il problema non si porrebbe, ma il nuovo impegno di Ferrovie e Veneto Strade è comunque un buon inizio.
 
Ultimo aggiornamento: 18:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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