Blitz in zona stazione, smantellato il clan dei nigeriani e dell'eroina killer

Mercoledì 11 Luglio 2018 di Davide Tamiello
Blitz in zona stazione, smantellato il clan dei nigeriani e dell'eroina killer
63

MESTRE - La piovra nera aveva iniziato ad allungare i tentacoli sulla città molto tempo fa. In principio era la prostituzione, vero cavallo di battaglia per i nigeriani in via Fratelli Bandiera. Il clan, poi, ha capito che dova cambiare business per ampliarsi: i soldi della prostituzione, così, sono stati reinvestiti nella droga.

MARTEDì IL MAXI BLITZ A MESTRE Quartiere Piave blindato: 500 agenti a caccia di pusher e droga /Guarda
CITTADINI ESASPERATI - GUARDA IL VIDEO
 

 

Creando, poco a poco, un vero e proprio impero in città. I rivali, i tunisini, hanno retto per un po', confinando i nigeriani alla zona di via Trento. Ma non sono durati a lungo: nella faida hanno perso partita e controllo. I nigeriani, infatti, sono affaristi lucidi, non come i nordafricani, che oltre a spacciare l'eroina la consumano. Arginati i rivali, il clan nigeriano ha cominciato a prendere possesso della città. Stroncando sul nascere, soprattutto, la concorrenza. 
Come? Con la qualità della merce.

IL VIDEO UFFICIALE DELL'OPERAZIONE - GUARDA
LEGGI ANCHE Un anno di intercettazioni e agenti sotto copertura

Da aprile del 2017, infatti, erano riusciti a mettere le mani su una partita di eroina gialla: un principio attivo 35 volte più potente del normale.
 

 
Un dolcissimo miele per i tossicodipendenti, capace di avere effetti letali. La voce si è sparsa in fretta, e a Mestre si sono precipitati da tutto il Veneto per provare l'eroina killer. In meno di un anno e mezzo, la droga venduta tra via Trento e via Piave, ha ucciso 16 persone. Negli ultimi mesi, l'eroina gialla era sparita dal mercato. Proprio perché gli stessi nigeriani si erano resi conto di aver attirato troppo l'attenzione, e soprattutto di essersi spinti troppo oltre. La procura è partita proprio dalla droga venduta in alcuni di quegli episodi per partire con le sue indagini. L'inchiesta, che verrà illustrata oggi nei dettagli, con ogni probabilità contesta ai responsabili di essere legati da un filo rosso. 
ORGANIZZAZIONEIn altre parole: reato associativo. Perché il gruppo dei nigeriani si muove come una famiglia, agisce come un clan, acquista e rivende droga in quantità industriale e, soprattutto, configura le proprie azioni con lo stile di una organizzazione perfettamente gerarchizzata. Difficile che i capi, i vertici di questo clan, si trovino a Mestre e che facciano parte degli arrestati. L'inchiesta, però, non finisce qui. Il prossimo passo sarà riuscire a scardinare tutti i diversi livelli dell'organizzazione, cercando di risalire la piramide dalla base fino al vertice. Solo a lavoro ultimato si potrà considerare vinta la battaglia con la piovra nera. 
D.Tam.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 14 Aprile, 09:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci