Migranti, il procuratore Spataro: «Nessuno può vietare l'attracco a un barcone»

Lunedì 9 Luglio 2018
Migranti, il procuratore Spataro: «Nessuno può vietare l'attracco a un barcone»
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«Nessuno può vietare a un barcone di attraccare. La convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati prevede il diritto al non respingimento». Lo ha detto oggi il magistrato Armando Spataro, procuratore capo a Torino, durante l'incontro in cui ha illustrato le nuove linee guida dell'ufficio in materia di reati di odio razziale. «Ragionando per assurdo - ha spiegato - se un barcone arrivasse a Torino ai Murazzi sul Po e qualcuno impedisse a chi sta sopra di scendere, avvierei degli accertamenti. Nessuno può vietare a un barcone di attraccare».

«La convenzione di Ginevra del 1951 - ha aggiunto Spataro - prevede il diritto al non respingimento: chi chiede asilo ha diritto che la sua posizione venga vagliata con serietà. Dunque, se per ipotesi un barcone arrivasse ai Murazzi bisognerebbe verificare chi è a bordo, da dove arriva, cosa chiede. Non si può respingere tout court un immigrato che chiede ospitalità e asilo».

Reati commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, nazionale, razziale o religioso saranno trattatati come prioritari con conseguente rapidità nell'effettuazione di tutte le indagini necessarie alla individuazione dei responsabili.

Lo ha deciso la procura di Torino che ha emanato specifiche linee guida. Ad occuparsi di questi reati sarà un pool di magistrati che eviteranno, si legge nel documento presentato dal procuratore generale, Francesco Saluzzo, e dal procuratore capo Armando Spataro «di richiedere l'archiviazione per particolare tenuità del fatto», potranno inoltre «promuovere l'azione penale» e «svolgeranno personalmente le funzioni di pm in dibattimento». A questo proposito, la procura ha anche invitato Questura, Carabinieri, Gdf e Polizia municipale a valutare «la possibile adozione di direttive o misure organizzative idonee a implementare l'efficacia e l'immediatezza degli accertamenti finalizzati all'identificazione dei responsabili dei reati». «Questa esigenza - ha spiegato Spataro - è nata dall'aver constatato nell'ultimo periodo una crescita di questo tipo di reati, minacce, aggressioni, scritte e manifesti che imbrattano i muri spesso accompagnata dalla passività delle persone presenti. Non tocca a noi magistrati intervenire nelle analisi di tipo sociale e politico mentre è vostro compito dare risposta a questo tipo di reati, odiosi e insopportabili» Sulla stessa linea, il procuratore genera le Saluzzo, che presentando le nuove direttive ha osservato: «Sono malamente impressionato per i comportamenti odiosi che si sono manifestati in quest'ultimo periodo, che incitano all'odio razziale nei confronti di soggetti stranieri provenienti soprattutto dall'Africa e dal Medio Oriente. Come se si dovesse comunicare alla gente che è arrivato il momento di passare al contrattacco.Questi comportamenti sono reati che devono essere perseguiti».

Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 10:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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