Sulla questione economica servirà la stessa chiarezza usata per l'immigrazione

Mercoledì 4 Luglio 2018
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Caro direttore,
rallentamento della crescita... Export in contrazione... Aumento dei tassi di interesse... Clausole di salvaguardia... Mai come adesso la questione economica risulta centrale...
Francesco Pontelli
Mestre


Caro lettore,
la questione economica è sempre stata centrale. E lo è inevitabilmente e necessariamente per il governo in carica. Il tema dell'immigrazione ha monopolizzato l'attenzione e lo scenario politico delle ultime settimane. Ed era giusto che fosse così. Su questo fronte l'Italia non poteva più sopportare l'ipocrita atteggiamento degli altri paesi europei e doveva assumere iniziative che dessero il senso, ai cittadini italiani e alle cancellerie straniere, di un cambio di marcia sulla questione migranti. Si può essere d'accordo o meno sulle scelte del governo e del ministro Salvini, ma è ciò che è avvenuto. La partita economica invece è ancora tutta aperta e tutta da giocare. Anzi le primissime mosse, quelle del cosiddetto decreto dignità, lasciano piuttosto perplessi e sembrano il frutto più di un atteggiamento ideologico che di una pragmatica valutazione delle esigenze del mondo delle imprese italiane. Non è un inizio confortante. Ma c'è tempo per correggere la rotta. Quel che è sicuro è che la vera sfida che il governo dovrà giocare nei prossimi mesi è quella economica. Innanzitutto nei confronti dell'Europa: cambiare le regole della politica economica Ue, come sarebbe giusto e necessario, è un obiettivo ambizioso e non facile da raggiungere. Come intende muoversi il governo? Per ora non è facile capirlo. Lo stesso vale per la politica fiscale: le promesse fatte in campagna elettorale non possono essere rinnegate o cancellate. Possono essere diversamente modulate ma gli impegni vanno mantenuti o, in alternativa, va spiegato al Paese perché ciò non è possibile e come si intendono comunque ottenere i tagli fiscali promessi. Su queste materie finora il governo si è mosso con scarsa chiarezza e non facendo intravedere una precisa e lineare strategia. Com'è invece accaduto sull'immigrazione. Ma l'ora delle scelte non può essere rinviata all'infinito.
Ultimo aggiornamento: 14:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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