Nel Parco archeologico rifiuti, erba alta e tanto degrado

Venerdì 15 Giugno 2018 di Alberto Comisso
La zona del parco archeologico a Pordenone
PORDENONE - Degrado e abbandono nel parco archeologico di Torre.  E non soltanto in quelle aree finite già da tempo sotto la lente di ingrandimento della polizia locale, che, insieme agli uffici comunali preposti, ha elaborato la mappa del rischio. Degrado ed abbandono, oltre ai ‘’soliti’’ parchi urbani e alla zona del Bronx, riguardano anche edifici storici che hanno fatto la grande Pordenone. Non solo: ci sono zone più periferiche della città per le quali, a quanto pare, ancora non è stata trovata una soluzione.  Mentre l’amministrazione Ciriani si sta concentrando sul futuro della città, approvando tredici progetti da quasi 14 milioni di euro che si tradurranno in opere pubbliche, riqualificazioni di aree naturalistiche, supporto ad imprese, commercio, turismo, la riqualificazione di uno dei siti più suggestivi dal punto di vista storico - il parco archeologico delle Terme Romane di Torre – stenta a decollare.
I SEGNALI
Nonostante il Movimento 5 stelle attraverso la consigliera comunale Mara Turani avesse presentato l’anno scorso un’interrogazione a riguardo, persiste una situazione di stallo. «Pensare – sostiene la stessa Turani – che l’amministrazione comunale, dopo le opportune segnalazioni, era intervenuta con una certa tempestività transennando la zona interessata dal crollo della tettoia, che proteggeva i resti romani, e rimuovendo i detriti». Questione risolta? Macché. «Nei giorni scorsi – fa presente la stessa Turani – sono stata chiamata da un cittadino, che mi ha invitata a compiere un sopralluogo in loco che, a scanso di equivoci, ho voluto documentare con una serie di foto. Ebbene, quello che ho potuto constatare è come, a distanza di diversi mesi dall’ultima denuncia presentata, la situazione sia addirittura peggiorata rispetto a prima. Tanto da parlare, appunto, di degrado e di abbandono». Un sito di enorme pregio per la città e, proprio per questo, la consigliera pentastellata alza il tiro. «Non soltanto degrado ma ho pure trovato del materiale giallo a terra che, a mio avviso, andrebbe analizzato. Questa amministrazione deve cercare di fare qualcosa per salvare quel sito e soprattutto trovare le risorse. Credo che per ripristinare una tettoia crollata, che copriva i resti dell’epoca romana, non sia necessario l’esborso di grosse cifre». Già, proprio i resti archeologici: rischiano di essere nuovamente ‘’sepolti’’ dal tempo e in balìa di chiunque. Vandali compresi. «Ho chiesto all’amministrazione - attacca Turani - una soluzione che possa essere contestualizzata in un progetto più ampio di rivalutazione del sito. Sono numerosi i cittadini, e non soltanto quelli di Torre, che vorrebbero le terme romane stabilmente protette, fosse solo per un concetto di salvaguardia del patrimonio storico».
CAPITOLO CIMITERI
Se in quello di Torre si sta attendendo da mesi l’esumazione di sessantacinque salme, nonostante siano terminati a febbraio i lavori di rimozione e smaltimento delle lapidi in un’area circoscritta del camposanto, in quello di via Cappuccini sono in molti a segnalare situazioni di progressivo degrado. Come racconta una donna, Gabriella Pasut, che si reca spesso a trovare i parenti defunti: «Vicino alle tombe a terra – sottolinea – sono piantumati alberi ad alto fusto che, lasciati nell’incuria più completa, raggiungono dimensioni di 2-3 metri. Anche i rubinetti dell’acqua andrebbero aggiustati: alcuni gocciolano sempre. Insieme alle tante iniziative culturali, che anch’io gusto ed apprezzo, credo che un po’ di interesse per il luogo dove riposano i nostri cari sia doveroso. Oltre che gioioso, come guardare le belle aiuole fiorite della città».
Alberto Comisso
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