Lo stile anticonformista di Trump funziona, la politica estera un po' meno

Martedì 12 Giugno 2018
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Egregio direttore, 
il presidente Trump continua ad essere ferocemente criticato dalla stampa internazionale ortodossa, quella più legata all'establishment attuale. Qualunque cosa dica o faccia è una continua critica sui modi oltre che sui contenuti. Eppure a molti piace questa sua nuova ventata di sincerità, perché di questo si tratta. Le vecchie e stantie pratiche cerimoniose dove alla fine delle riunioni internazionali tutti firmano un documento in comune accordo, sono stravolte dalla sincerità. Perché continuare con gli ipocriti sorrisi delle foto di gruppo se tutti sanno che all'interno regnano tensioni e malcontenti, se non antipatie personali, che non si risolveranno certo con la foto o la dichiarazione falsamente congiunta del caso?Ben venga il realismo politico e le cose dette chiaramente, così tutti sanno come stanno veramente le cose.La politica degli ultimi decenni é stata la massima espressione della ipocrisia e della demagogia, guidata dal presupposto che le masse non devono sapere quasi nulla, ma devono essere tranquillizzate comunicando loro solo ciò che é funzionale allo scopo.

Claudio Scandola

Caro lettore, 
non ho un atteggiamento pregiudizialmente negativo nei confronti di Donald Trump né una particolare venerazione per i riti dei vertici internazionali. Penso però che ci siano regole e consuetudini da rispettare: non farlo non è sempre dimostrazione di anticonformismo, qualche volta è prova di maleducazione istituzionale. Aggiungo che non basta dire le cose chiaramente perché queste siano giuste. Si possono dire chiaramente anche cose che sono profondamente sbagliate. Il realismo politico è una qualità apprezzabile, ma quando vengono toccati gli interessi concreti di altri Paesi è doveroso alzare la voce. I dazi imposti da Trump anche su prodotti europei sono un errore e denunciarlo non significa allinearsi alla stampa internazionale legata all'establishment, ma tutelare i propri interessi, non diversamente da quello che Trump fa con l'America first (l'America per prima). Lo stesso dicasi per l'atteggiamento nei confronti di Putin. All'ultimo vertice il presidente Usa si è detto favorevole a un rientro della Russia nel G7. Bene: se ne può parlare. Ma questo come si concilia con le sanzioni volute proprio dall' amministrazione americana contro la Russia e pagate a caro prezzo sopratutto da alcuni dai paesi europei? In sintesi: si può apprezzare, lo stile fuori da gli schemi e imprevedibile di Trump, ma non per questo si deve chinare il capo di fronte alle sue decisioni.
 
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