Il boom del lupi, a Nordest se ne contano 50 tra la Lessinia e le Dolomiti

Domenica 10 Giugno 2018 di Paolo Guidone
Il boom del lupi, a Nordest se ne contano 50 tra la Lessinia e le Dolomiti
8
Lupi e cani, parenti ma diversi. A dispetto delle molte leggende metropolitane che circolano sull'argomento, nel Veneto non ci sono mai state evidenze della presenza di branchi di lupi nati dall'ibridazione con il cane. Quindi, è vero, i branchi di feroci predatori - così dipinti nelle favole, ma anche nei racconti degli allevatori che oggi patiscono le loro razzie - sono aumentati nelle montagne del Nordest, tanto che oggi si contano una cinquantina di esemplari tra la Lessinia e le Dolomiti, ma non risultano incroci con i cani randagi. 

LA DIFFUSIONE
A fare chiarezza su una diffusa convinzione al confine tra pseudo scienza e gossip, ci hanno pensato i relatori del master in Amministrazione e gestione della fauna selvatica, tenutosi nel campus scientifico dell'Università di Ca'  Foscari a Mestre, dedicato al tema della genetica del lupo nella prospettiva della biodiversità. Il monitoraggio dei sei branchi di lupo presenti in Veneto ha infatti dimostrato che i circa 50 esemplari censiti appartengono ad un specie frutto dell'ibridazione interna alla stessa specie tra lupo appenninico e balcanico, mentre l'incrocio tra cane e lupo, dunque tra specie diverse, è stato osservato solo nelle aree appenniniche dell'Italia centro-meridionale dove è molto diffuso il fenomeno del randagismo e dell'abbandono dei cani.

In Veneto il lupo è presente in 6 aree ben identificate: Col Visentin, Livinallongo, Monte Grappa, l'Altopiano di Asiago e soprattutto la Lessinia orientale ed occidentale, dove si registra la maggiore frequenza di fenomeni di predazione di animali da allevamento. Sull'argomento non ci sono certezze ma, secondo gli studiosi, all'origine della presenza di questi branchi vi sarebbe l'arrivo, avvenuto nel 2011, di due esemplari di femmine di lupo, provenienti dalla Svizzera, che in seguito avrebbero incrociato i loro spostamenti con quelli di esemplari maschi arrivati dalla Slovenia, a dimostrazione della capacità di questa specie di coprire grandi distanze. La predazione dei numerosi cervi presenti in Veneto e di animali da allevamento e da pascolo avrebbe quindi favorito l'incremento di esemplari del canide lupino. 

LE FACILI PREDE
Nella sola Lessinia - tra Veronese e e Vicentino - sono presenti circa 6.000 bovini, diventati facile preda dei lupi. «Per questo motivo i comuni della Lessinia hanno chiesto la raccolta di campioni e tamponi provenienti da predazione di pecore per identificare la specie spiega Renato Semenzato, del Progetto Life Wolfaps e si è potuto escludere che si trattasse di non lupi, cioè di casi di ibridazione con il cane».

GLI STANZIAMENTI
Accertata l'autenticità del lupo, per gli allevatori veneti è rimasto e continua il danno economico dovuto alla predazione da parte di branchi sempre più numerosi. Nel solo 2017 la Regione Veneto ha risarcito gli allevatori danneggiati stanziando 100.000 euro, distribuendo 200 reti elettrificate e finanziando l'utilizzo di 13 cani addestrati per vigilare le greggi, mentre è di quest'anno un Bando regionale finanziato attraverso il Fondo Sociale Europeo per l'assunzione di lavoratori addetti alla guardianìa notturna.  Ma nella comunità scientifica l'ibridazione tra cane e lupo rimane un fenomeno oggetto di studio. «Si tratta di un tipo di ibridazione che dipende esclusivamente dall'intervento dell'uomo spiega Paolo Ciucci, dell'Università La sapienza di Roma - e che sta alterando il percorso naturale dell'evoluzione di queste specie».
Ultimo aggiornamento: 12 Giugno, 15:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci