Gloria e Marco costretti a restare barricati 2 ore: «Potevano salvarsi»

Martedì 5 Giugno 2018 di Angela Pederiva
Gloria Trevisan e Marco Gottardi
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VENEZIA - «Why?». Richard Millet, capo del consiglio dell'inchiesta sulla strage della Grenfell Tower, ha posto l'interrogativo apparentemente più banale ma oggettivamente più pertinente: «Perché? La domanda fondamentale che sta al cuore del nostro lavoro è come un rogo domestico a Londra nel 2017 si sia propagato in maniera tanto catastrofica», al punto da causare in una notte 72 vittime, tra cui i giovani fidanzati Gloria Trevisan di Camposampiero e Marco Gottardi di San Stino di Livenza.

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Dall'udienza di ieri, trasmessa in diretta streaming con contestuale deposito di oltre duemila pagine di documenti, è arrivata una prima e inquietante risposta: quella di Barbara Lane, ingegnere antincendio interpellata dalla commissione indipendente istituita dal governo britannico, secondo cui l'immane sciagura del 14 giugno fu la conseguenza di un micidiale intreccio fra «violazioni in materia di sicurezza» e «fallimento dell'ordine di stare fermi».

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Lane era stata incaricata di indagare sulle misure di protezione antincendio e sulla diffusione di fiamme e fumo. La conclusione del suo rapporto è che in quel palazzo c'era «una cultura dell'inadempienza». La consulente ci è arrivata elencando una lunga serie di carenze. Per esempio il fatto che il sistema di tubi che avrebbe dovuto portare l'acqua nell'edificio di 24 piani non poteva tenere testa al fuoco ed era anzi sovraccarico, tanto da rendere vulnerabili i livelli superiori, dove non a caso morì la maggior parte delle persone. Oppure la circostanza che le porte tagliafuoco degli appartamenti, che avrebbero dovuto resistere a un rogo per 60 minuti, ce la fecero a malapena per 20, «contribuendo significativamente alla propagazione del fumo e del fuoco nei corridoi» e «colpendo materialmente la capacità o la volontà degli inquilini di scappare autonomamente verso le scale».
 

IL PRINCIPIO
L'ingegnere ha studiato anche i drammatici spostamenti degli inquilini in quelle concitate ore. Quindici persone che abitavano fra il 18esimo e il 22esimo piano salirono al 23esimo, proprio quello in cui vivevano Gloria e Marco, tanto che furono ben 47 le vittime trovate nella parte superiore del grattacielo: costrette dalle autorità a rimanere dentro gli alloggi, con le porte sbarrate, come drammaticamente testimoniato dalle telefonate della coppia ai genitori durante quella notte. Addirittura soltanto alle 2.47 fu revocato l'ordine di non muoversi, quando ormai i corridoi erano pieni di un fumo così spesso e incandescente da permettere una visibilità molto bassa e in alcuni punti pari a zero. «Quel ritardo mi ha particolarmente preoccupata», ha confidato l'esperta, secondo cui «un'evacuazione tempestiva dell'edificio, entro mezz'ora dall'allarme, sarebbe stata necessaria», pur ammettendo che «non era una decisione facile da prendere»...

 
 

Ultimo aggiornamento: 15:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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