L'euro non va messo in discussione ma la politica economica europea sì

Venerdì 1 Giugno 2018
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Egregio direttore,
forse mai come in questi giorni in Italia si è parlato tanto dell’Euro in un dibattito in cui si confrontano, meglio si scontrano, i fautori della moneta unica contrapposti a quelli vorrebbero che il Bel Paese tornasse alla Lira. Gli argomenti pro e contro si sprecano ma tutte le discussioni pongono al centro l’aspetto economico di una scelta in un senso anziché nell’altro. Personalmente credo che il destino dell’Italia non possa che essere legato all’Europa e alla sua moneta ma forse bisognerebbe affrontare la questione anche sotto un altro profilo. L’Euro non è soltanto una moneta, uno strumento per regolare le transazioni economiche, è anche il simbolo di un sogno. Il sogno di una Europa unita prima di tutto sotto il profilo politico, sociale, della condivisone di un destino comune e di conseguenza unita anche economicamente con una unica valuta. L’Euro è l’espressione materiale della speranza di una Europa diversa e più solidale. Sarebbe bello che per rappresentare al meglio questo sogno gli Stati abbinassero alle giornata delle singole Feste Nazionali anche il giorno della Festa dell’Europa Unita.


Maurizio Conti
Portogruaro (Ve)


Caro lettore,
al netto di qualche uscita propagandistica e delle dichiarazioni “usa e getta” da campagna elettorale, non penso che il tema dell’uscita dell’Italia dall’euro sia davvero all’ordine del giorno.
Il ritorno alla lira è un’utopia e un’irrealistica prospettiva del tutto minoritaria nella società italiana. Offrire una rappresentazione della politica italiana divisa tra nostalgici della vecchia moneta e fautori della moneta unica è fuorviante. Ed è forse funzionale alla volontà di non affrontare i veri problemi della politica europea. Se, come lei dice giustamente, «l’euro deve essere l’espressione materiale della speranza di un’Europa diversa e più solidale», allora dobbiamo riconoscere che “questo euro”, cioè questa politica economica europea, quella attuata in questi anni, va rivista. Perchè non è affatto solidale e perchè coincide non con gli interessi di tutta l’Europa, ma con quelli di un Paese e dei suo stati satelliti: la Germania. L’euro è il risultato di un patto tra nazioni. I patti si rispettano, ma si possono anche ri-discutere se si rivelano non efficaci o parzialmente efficaci nel raggiungere gli obiettivi per cui erano stati stipulati. Chiedo: è possibile affermare questo e ribadire l’esigenza di una riflessione sulla politica economica europea, senza essere accusati di essere anti-euro? Voglio sperare di sì.

 
Ultimo aggiornamento: 14:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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