Impiegata sorda per le botte dell'ex: da tenero a mostro, condannato a 2 anni

Venerdì 25 Maggio 2018 di Roberto Ortolan
foto di repertorio
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CAERANO - Botte, pedinamenti e minacce telefoniche dopo che lei, scoperto che il fidanzato aveva una relazione gay, lo aveva lasciato. A pochi mesi dalla denuncia della donna, Procura e giudice presentano il conto allo stalker, condannato a 2 anni di reclusione. È l’esito dell’ennesima agghiacciante vicenda che vede un uomo vestire i panni dell’aguzzino e la donna quella della vittima sacrificale. Ma questa volta il sistema di protezione costruito intorno alla giovane donna, una volta che il fidanzato aguzzino era stato incastrato, ha funzionato. E per lo stalker violento la pena è stata esemplare.

DA AMANTE A MOSTRO Fidanzato dolce e premuroso, ma quando lei, 21 anni, impiegata italiana residente nel Montebellunese, lo lascia diventa un mostro, le trasforma l’esistenza in un inferno e la costringe a vivere con il cuore in gola e a cambiare le proprie abitudini di vita. La perseguita e durante un’aggressione la colpisce con un ceffone e le rompe il timpano. Poi la minaccia: «Ti costringerò a prostituirti». E a mettere fine al calvario della donna sono stati i magistrati e i carabinieri. Prima il pm Laura Reale che ha iscritto sul registro dei indagati lo stalker, un marocchino 22enne di Caerano (ora vive a Cesano Maderno), contestandogli l’accusa di atti persecutori (stalking), con una serie di aggravanti. E poi i giudici, quello che ha rinviato l’aguzzino a giudizio e quello che lo ha condannato. E solo così la giovane ha potuto ritrovare la serenità perduta (lo stalker era subito colpito dal divieto di avvicinarsi alla ex). Anche se porterà per sempre impresso sulla pelle quell’incubo.

LA PAURA L’incubo iniziò nel 2016 quando la 21enne scoprì, per un fatto di cronaca finito sui giornali, che il fidanzato la tradiva con un settantenne. Un rapporto omosessuale che la convinse a troncare la relazione. Ma il 22enne non poteva sopportare d’essere lasciato e si trasformò in uno spietato aguzzino. La seguiva ovunque, la insultava, la minacciava e la aggrediva fisicamente. La ragazza, secondo gli inquirenti, arrivò al punto da temere per la propria incolumità così da cambiare le proprie abitudini di vita per evitare di imbattersi nell’ex, ormai capace di tutto.

AGUZZINO Non riuscendo a incontrarla il 22enne faceva girare la voce che l’ex fidanzata fosse una donna dai “facili costumi”. Da inizio marzo 2017, tra Montebelluna e Treviso, le telefonò centinaia di volte. A maggio riuscì a incrociarla all’uscita dal lavoro. Lì l’avrebbe colpita con una sberla, provocandole la perforazione del timpano. Non contento le avrebbe mostrato un coltello.

L’AGGUATO A quel punto la 21enne moltiplicò le attenzioni per sfuggire alla brutale violenza dell’ex.
Nonostante ciò, il 31 maggio 2017 il 22enne, usando un tubo di gomma, cercò di raggiungere la camera della ragazza, ma senza riuscirci. Proprio quella “scalata” convinse la ragazza a chiedere aiuto a carabinieri e Procura. E ora, seppure parzialmente, ha ottenuto giustizia in Tribunale . 
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