MODI E MODA di
Luciana Boccardi
Giusy Moretti scrive la storia delle
murrine in un grand foulard di seta
Sabato 12 Maggio 2018
di Luciana Boccardi
“In principio fu una scatola, con dei piccoli vetri rotondi molto colorati regalati a una bambina che ne fece la sua personale di fiabe: erano fiori, animali, volti di personaggi d’epoca”. Comincia così’ quella che per Giusy Moretti si rivelerà la fiaba della sua vita. Perché quella bambina era lei, l’artista che con quei “giocattoli” di vetro assemblati a oro, platino, alle pietre più preziose inventò gioielli unici, autentiche “fiabe” di vetro : anelli, orecchini, spille, bracciali, fermacravatte , oggetti da indossare, in oro, murrina e brillanti, zaffiri, ametiste, perle, turchesi, rubini, preziosi di ogni razza, che oggi i grandi musei (tra i quali il Met di New York) ospitano come esemplari di particolare rarità e bellezza.
Figlia di un famoso maestro vetraio, nipote e pronipote di altrettanto famosi maestri del vetro di Murano , Giusy realizzò presto che quei vetrini altro non erano se non residui di murrine realizzate per Antonio Salvini dal bisnonno, Vincenzo Moretti che nella seconda metà dell’Ottocento - dopo secoli di silenzio nella produzione di murrine - riscoprì le modalità della lavorazione alessandrina ed ellenica. Un segreto che venne trasmesso da Vincenzo al figlio Luigi che lo trasmise al figlio Ulderico che avrebbe lasciato in eredità alla figlia quei “vetrini” che, accoppiandoli a preziosi di grande pregio, l’arte di Giusy avrebbe trasformato in gioielli magici .
Oggi, Giusy Moretti , che vive nel Veneziano con i suoi ricordi muranesi, ha sentito il bisogno di “scrivere” la storia del vetro-murrina e della sua intera produzione preziosa, sulla seta, un quadrato di seta lucida, con un metro e venti di lato, nel quale con i colori più accesi, sono riprodotte, accanto ai volti dei vari maestri che si sono succeduti nella famiglia del vetro, tutte le immagini che le hanno suggerito i famosi gioielli, da quelle dei personaggi del tempo (Cristoforo Colombo, Garibaldi, Vittorio Emanuele II°, Umberto I°, Papa Leone XIII, Francesco Giuseppe) ai galletti del 1926 che suo padre, Ulderico Moretti, realizzò quando IL comune di Murano venne accorpato a quello di Venezia perdendo la sua identità territoriale. Un fatto che incise psicologicamente sulla popolazione di Murano tanto da suggerire al maestro vetraio - che con il vetro continuava a raccontare la cronaca del suo tempo - di fissare in murrina l’immagine simbolo di Murano, il galletto, proposto ora con una zampina sollevata, ora con la zampa a terra, ora collo ritto e testa alta a significare la fierezza dell’isola. E oggi come uno dei gioielli più preziosi di Giusy.
Dove si potrà vedere, fotografare, comprare? Dopo un tour nei Musei entrerà nelle collezioni preziose di Giusy Moretti. Il prezzo? per ora sconosciuto.
E' la fiaba del vetro su seta che racconta il sogno lontano della bambina di Murano la cui immagine bella e ironica sorride nel grand foulard .
Ultimo aggiornamento: 01:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA