LONGARE - Non un’embolia polmonare, ma un fulminante malessere cardiaco avebbe provocato mercoledì 11 aprile la morte di Antonio Cabrellon, 44 anni, nella sua casa di via Btg. Monte Berico mentre faceva esercizi fisici per la riabilitazione del suo ginocchio, operato una ventina di giorni prima nell’ospedale di Negrar (Vr). Ieri sulla salma uomo che ha lasciato la moglie Cristina e le figlie Serena e Noemi è stata eseguita l’autopsia chiesta dalla procura di Vicenza con il pm Hans Roderich Blattner.
Da quanto emerso dall’esame il decesso di Antonio Cabrellon sarebbe stato causato da un repentino problema cardiaco e non da una trombosi provocata da un’embolia. L’uomo in malattia per prevenire possibili problemi stava seguendo un’apposita cura farmacologica. Sono necessarie alcune settimane per i risultati definitivi dell’autopsia e se confermassero il decesso per un problema cardiaco cadrebbe il collegamento con l‘operazione al ginocchio, scagionando da responsablità il medico che lo aveva operato e che come atto dovuto è stato iscritto nel registro degli indagati.
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