«La robotica è quella cosa che ti fa schiantare contro quel duro muro che è la realtà». Così Francesco dell'Itis Rossi di Vicenza descrive la sua esperienza alla finale nazionale della "RoboCup Junior" (Under 14 e Under 19). Si tratta di una gara di robotica nata in Giappone nel lontano 1997 e che quest'anno è stata organizzata dalla rete del Trentino Alto Adige, in collaborazione con la Provincia autonoma di Trento. I vincitori (https://www.ufficiostampa.provincia.tn.it/Comunicati/RoboCup-Junior-tutti-i-vincitori) si sono qualificati per i mondiali di Montreal.
Al Polo Espositivo Trento Expo per 4 giorni si sono sfidati 180 team provenienti dalle diverse regioni italiane (tra cui Trento, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Veneto e Valle d'Aosta) e un migliaio di studenti e docenti. La sfida era con i propri robot "intelligenti" nelle categorie Rescue Line, Rescue Maze e OnStage. Da dieci a diciannove anni i programmatori del futuro si sono misurati a suon di software, elettronica e meccanica per far interagire i loro robot sulle piste. «Bisogna credere nei ragazzi e nella loro crescita - dichara Marina Poian, dirigente scolastica dell'Istituto Tecnico Economico A. Tambosi di Trento -. La robotica li aiuta a gestire le emozioni e ne migliora l'autostima. Le parole chiave sono solidarietà, inclusione, integrazione e pari opportunità: ci sono tante ragazze che partecipano».
La robotica educativa è una modalità didattica che permette agli studenti di approcciarsi in modo concreto all'intelligenza artificiale, ai robot, imparando le basi della programmazione informatica e le materie STEAM (Science, Technology, Engineering e Mathematica). Per esempio per la gara Rescue Line i ragazzi hanno con sé i robot e il computer: vedono il percorso di gara e calibrano il programma del robot, modificandolo sul momento.
Perché come precisa Francesco «è facile avere delle idee in testa, ma poi vedere se nella realtà davvero funziona è quello che ti fa apprendere.