PADOVA - Un bambino di nemmeno un anno d’età è in fin di vita. Urge un trapianto di fegato. Si cerca spasmodicamente un organo, che però non è disponibile. L’ultima spiaggia è un trapianto epatico da donatore vivente, a Padova non se ne fanno da vent’anni, da quando nel 1997 un ferroviere croato donò parte del suo fegato al figlio, colpito da tumore; un intervento che allora fece talmente tanto positivo scalpore, che il ragazzino venne poi ricevuto dal Papa. Adesso, come allora, non c’è tempo da perdere. Sia la mamma che il papà del piccolo si rendono disponibili. La decisione del clinici cade sul papà dovendo mamma occuparsi anche di un altro figlioletto. Così l’uomo, con una specifica autorizzazione del ministero della Salute concessa all’équipe del Centro di chirurgia epatobiliare e trapianti di fegato dell’Azienda ospedaliera universitaria, diretta dal professor Umberto Cillo, ha salvato la vita al suo bambino, 10 chili di peso, regalandogli il 25% del fegato, precisamente il lobo sinistro.
Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 11:06
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