I cervelloni dell'Ocse vanno ascoltati ma le loro cure sarebbero letali per l'Italia

Domenica 15 Aprile 2018
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Caro Direttore
periodicamente nel nostro Paese si torna a parlare della tassa patrimoniale. Nei giorni scorsi anche i cervelloni dell'Ocse hanno sentenziato da Parigi che per ridurre le disuguaglianze sociali sarebbe necessario un prelievo forzoso sui patrimoni. Di per sé questo tipo di imposta avrebbe una sua eticità, ma non può essere applicata a prescindere dalle condizioni effettive dell'economia e della società. In un Paese in cui l'evasione fiscale secondo le stime vale circa 90 miliardi, il 16% del Pil, l'eventucseale prelievo finirebbe per impattare sui soliti noti che hanno sempre rispettato le leggi tributarie dello Stato. Per equità nel prelievo dovrebbero essere coinvolte ad esempio anche le cassette di sicurezza, da sempre santuari inviolabili dei contribuenti infedeli. Per non dire che una manovra del genere presuppone un patto con i cittadini, nel senso che la patrimoniale dovrebbe essere finalizzata ad uno scopo ben preciso, verificabile, e non, come sicuramente avverrebbe, per aumentare ulteriormente la spesa pubblica, assumendo forestali o finanziando opere pubbliche inutili.


Ivana Gobbo

Cara lettrice,
i cervelloni dell'Ocse vanno ascoltati, con il necessario senso critico, finché fanno le diagnosi dei malanni economici. Ma alle cure è meglio ci pensi qualcun altro: dei danni che possono combinare i grandi economisti prestati alla politica abbiamo già avuto qualche esperienza recente. Non è il caso di replicare. La patrimoniale suggerita dall'Ocse non sarebbe solo una sciagura, rappresenterebbe una vera e propria ingiustizia. L'Italia è già uno dei paesi più tartassati dell'Occidente, inasprire ulteriormente il torchio fiscale è una scelta sbagliatissima e iniqua. Abbiamo bisogno di allentare la presa del fisco e liberare risorse, non di altre mazzate. L'idea poi di concentrare la patrimoniale, come suggeriscono all'Ocse, sul settore immobiliare è ancora più folle: in nessun altro Paese al mondo come in Italia i proprietari di case, sin dal momento dell'acquisto, sono colpiti da imposte e balzelli. Inasprire ulteriormente la pressione fiscale sul mattone significa colpire milioni di piccoli proprietari di casa già notevolmente vessati e sferrare un colpo letale a uno dei settori chiave della nostra economia interna, le costruzioni.
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