Furto d'identità, paga la banca per i danni delle frodi informatiche

Venerdì 13 Aprile 2018
foto di repertorio
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Per le sorprese riservate al correntista dell'home banking risponde la banca (o le Poste) se il soggetto dimostra di non aver autorizzato alcun bonifico e di non aver rivelato a terzi le proprie credenziali on line. Questo il principio espresso dalla Cassazione con l'ordinanza n. 9158/18. La Corte ha ricordato come in tema di responsabilità della banca in caso di operazioni effettuate con mezzi elettronici, anche al fine di garantire la fiducia degli utenti nella sicurezza del sistema, è del tutto ragionevole ricondurre nell'area del rischio professionale del prestatore dei servizi di pagamento, prevedibile ed evitabile con appropriate misure destinate a verificare la riconducibilità delle operazioni all'effettiva volontà del cliente, la possibilità di un'utilizzazione dei codici di accesso al sistema da parte dei terzi (la cosiddetta frode informatica), non attribuibile al dolo del titolare o a comportamenti talmente incauti da non poter essere fronteggiati in anticipo. In pratica tocca all'istituto di credito provare la negligenza del titolare del conto, ad esempio un incauto invio di password.
Ultimo aggiornamento: 14:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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