Ideal Standard: futuro sconosciuto, nessuna risposta dall'azienda

Giovedì 12 Aprile 2018 di Damiano Tormen
Ideal Standard: futuro sconosciuto, nessuna risposta dall'azienda
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TRICHIANA - Aria pesante alla Ideal Standard. E nebbia fitta sul futuro della fabbrica e nubi nere all'orizzonte della nuova organizzazione del lavoro. Le previsioni meteo non promettono nulla di buono. O meglio, non promettono. È questo il problema: lavoratori e sindacati non sanno cosa succederà al sito produttivo di Cavassico Inferiore. Non lo sanno perché l'azienda non ha mai voluto dirlo: nonostante le richieste arrivate da Cgil, Cisl e Uil, Ideal Standard non ha mai presentato il piano industriale. Ha presentato invece gli obiettivi per l'anno in corso, nulla di più. E anche questo è motivo di preoccupazione, perché cambierà radicalmente il modo di lavorare nei capannoni di Cavassico Inferiore. «Stiamo aspettando da più di un anno di capire cosa vuole fare Ideal Standard di Trichiana» dicono le segreterie provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, che ieri hanno convocato un incontro per accendere i riflettori sulle paure che aleggiano sulla fabbrica, ex Ceramica Dolomite».
LE PREOCCUPAZIONI
Due i motivi per non sorridere: il mercato di sanitari e rubinetterie, che non sta attraversando un buon momento; e anche (o soprattutto) le chiusure degli altri siti produttivi Ideal Standard in Italia. Di fatto, Trichiana è rimasto l'ultimo baluardo. Perché tutte le altre fabbriche del gruppo hanno chiuso i battenti. Prima è toccato a Brescia. Poi è stata la volta di Orcenico (Pordenone). Mentre lo scorso dicembre era arrivato il licenziamento collettivo per i dipendenti Ideal di Roccasecca (Frosinone). Poco importa se lo stabilimento di Roccasecca è rimasto aperto, perché acquisito e trasformato in fabbrica di sanpietrini.
GLI OBIETTIVI 2018
E Trichiana? Già, resta in piedi la fabbrica bellunese, con tanto di investimenti corposi per la sostituzione del forno, per giunta. Investimenti che da anni gravano sulle buste paga dei dipendenti, ma che potrebbero indurre a pensieri positivi: se si investe, di solito, non si chiude. Invece, senza un piano industriale che certifichi e garantisca la volontà di continuare a produrre sanitari in quel di Cavassico, non c'è ottimismo che tenga. Tanto più che gli investimenti del nuovo forno stravolgono l'organizzazione del lavoro. Gli obiettivi per quest'anno fissati dal piano di stabilimento prevedono di aumentare la produzione e di avviare il ciclo continuo: giorno e notte, sette giorni su sette, con tre turni (dalle 6 alle 14, dalle 14 alle 22 e dalle 22 alle 6). E anche questo preoccupa i lavoratori. Perché lo sforzo richiesto è davvero grande. «Uno sforzo che non abbiamo problemi a portare avanti - dice Nicola Brancher, segretario Femca Cisl Belluno Treviso -. Ma per portarlo avanti abbiamo bisogno di conoscere il futuro dello stabilimento».

Proprio per parlare degli obiettivi 2018, sindacati e lavoratori hanno avuto un incontro il 6 marzo scorso, quando la direzione di stabilimento ha presentato novità e richieste. In quella data, Cgil, Cisl e Uil hanno messo nero su bianco le loro perplessità e le loro richieste. Su tutte, la necessità di un piano di medio periodo, che non si fermi al solo 2018, la richiesta di organizzare il ricambio generazionale all'interno della fabbrica, e il rinnovo dell'accordo quadro scaduto a fine 2017 (accordo per cui i lavoratori si vedono togliere ogni mese 170 euro dalla busta paga per pagare gli investimenti sul sito produttivo). «A un mese da quell'incontro non è successo niente - dice Brancher -. Siamo preoccupati». «L'azienda deve dirci che intenzioni ha su Trichiana - aggiungono Denise Casanova (Filctem Cgil) e Giorgio Agnoletto (Uiltec Uil) -. L'incontro al Ministero Sviluppo Economico non è più rinviabile».
LE PROSSIME MOSSE
I sindacati hanno chiesto anche un incontro con le forze politiche e sociali del territorio. La data giusta sembra quella di venerdì 20 aprile: in municipio a Trichiana dovrebbero arrivare tutti i parlamentari e i consiglieri regionali bellunesi. L'idea è di creare una sorta di comitato istituzionale che monitori da vicino la situazione.
 
Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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