Le ha donato il midollo e la vita, ora la cerca: «Voglio abbracciarti»

Mercoledì 11 Aprile 2018 di Susanna Salvador
Valentina Marchi al prelievo delle cellule, in ospedale a Udine
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PORDENONE «Più di qualche volta ho provato a cercarti, non potrebbe esserci abbraccio più bello del nostro». L’appello di Valentina Marchi, 34 anni, impiegata di Pordenone, tocca il cuore soprattutto quando al telefono la sua voce, piena di speranza e timore, racconta ben più delle sue parole. Cerca Tiziana, almeno crede si chiami così la donna alla quale per due volte ha donato cellule staminali (novembre 2012) e linfociti (settembre 2014). «Le avevano diagnosticato una forma di leucemia fulminante nel luglio 2012, era gravemente ammalata. Se non avessero trovato un donatore...». È stata tre ore attaccata a una macchina all’ospedale di Udine, quel lontano 2012, poi la sacca contenente il suo “dono” è partita, direzione top secret. Ha saputo poi che quella sacca aveva significato proprio la vita per Tiziana.

 Donatore e ricevente devono rimanere estranei tra loro, almeno così vuole la legge italiana.
L’unico modo per conoscersi è una lettera, ma senza alcun riferimento all’identità. La prima lettera, Valentina la scrisse in italiano e inglese. Ma le dissero che bastava l'italiano: un primo indizio. Di traccia in traccia, la donatrice ora è convinta che lei si chiami Tiziana, che abbia un figlio di nome Davide che dovrebbe essere in prima media. «È stata in vacanza al lago di Ledro nell’agosto 2013, e credo non viva tanto lontano da quel luogo». «Sono figlia unica - spiega - e lei per me è la sorella che non ho mai avuto. Spero che questo messaggio possa raggiungere tante più persone possibili per potermi perdere un giorno in quell’abbraccio... Ti voglio bene ovunque tu sia».



   
Ultimo aggiornamento: 14:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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