Fake news, Facebook ci riprova: più informazioni su chi pubblica le notizie

Mercoledì 4 Aprile 2018 di Francesco Malfetano
Fake news, Facebook ci riprova: più informazioni su chi pubblica le notizie
Facebook ci riprova. Ancora una volta il social di Mark Zuckerberg ha cambiato il suo algoritmo per combattere le fake news. Dopo il fallimento delle etichette per segnalare le notizie false, l’ultima trovata degli sviluppatori di Facebook è dare maggiori informazioni sugli autori delle notizie e sulla testata che ha pubblicato l’articolo. In sostanza cambia l’approccio, prima si basava sulle segnalazioni degli utenti per far verificare le notizie a un gruppo di fact-checker, ora si punta a fornire un contesto più dettagliato alla comunità presente sul social.

In particolare sui post comparirà un nuovo pulsante che mostrerà le informazioni sull’autore e sulla testata di riferimento attraverso un link alle pagine di Wikipedia. L’intento di Facebook è quello di spingere i propri iscritti a verificare con semplicità e in maniera autonoma la credibilità del giornalista o del giornale. Lo stesso intento, quello di ampliare le vedute degli utenti, che ora porta l’algoritmo a mostrare “articoli correlati” con diversi punti di vista sullo stesso argomento. Inoltre sarà possibile scoprire da dove proviene l’articolo in questione e, soprattutto, vedere degli screenshot che mostrano altri articoli pubblicati dalla stessa fonte.

A poche ore dal rilascio sperimentale della funzione sono già tante le criticità riscontrate. Innanzitutto le informazioni sugli editori e sulle testate provengono da Wikipedia, e per quanto l’enciclopedia più famosa di internet sia ormai diventata una delle fonti più affidabili, è ancora crowdsourcing, vale a dire che può essere facilmente modificata dagli utenti. Inoltre non tutti i siti che diffondono fake news attraverso il social network sono stati “schedati” sull’enciclopedia per cui il tasto “i” sui loro articoli semplicemente sarebbe inutile. In attesa di nuove contromisure si spera almeno che l’algoritmo non ottenga l’effetto opposto come quando ha iniziato a dare priorità ai commenti che esprimevano incredulità rispetto agli articoli condivisi. Un’iniziativa che si è conclusa con fonti di notizie legittime che venivano denigrate come false. Magari questa è la volta buona.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 15:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA