Altro che lingua morta! Il latino è vivo, vegeto e per di più corre sul web. L'idioma di Cicerone è il protagonista di un ambizioso progetto scientifico ideato da Marco Passarotti. LiLa (Linking Latin), questo il nome del progetto, è valso al ricercatore della Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere dell'Università Cattolica di Milano l'assegnazione di un Erc Consolidator Grant di circa 2 milioni di euro, il più prestigioso finanziamento alla ricerca dato dalla Commissione Europea a uno studioso nell'ambito del programma di finanziamento Horizon 2020. "Il latino è una lingua come le altre: non è più bella e non è più brutta - spiega Passarotti -. Ma il latino è stato la lingua franca di un intero continente per quasi due millenni, Il suo corpus ammonta a quasi 80 milioni di parole tra il III secolo a.C. e il VII secolo d.C. E da lì in poi sono altre centinaia di milioni. Un'eredità immensa, diversa (perché i testi latini parlano dei temi più svariati) e diffusa (perché sono scritti in quasi tutta Europa)".
Cos'è che rende così rivoluzionario LiLa? Produrrà una "base di conoscenza" per la lingua latina, vale a dire una connessione 'web-based' fra tutte le risorse linguistiche (dizionari, lessici, testi) e gli strumenti di trattamento automatico del linguaggio per il latino (strumenti che fanno l'analisi logica di testi latini in modo automatico) che sono oggi disponibili a livello mondiale. Sono tanti, costruiti in tanti decenni, ma non 'si parlanò e sono 'distribuitì in giro per il mondo, in diversi siti web e con diversi formati. "Oggi possiamo mutuare tecnologie e metodi sviluppati in ambito linguistico computazionale per trattare le masse di dati linguistici del web al fine di poter maneggiare questa eredità con maggiore profondità e qualità di un tempo - osserva il ricercatore dell'Università Cattolica - E così possiamo mettere nelle mani dei classicisti di domani un'enorme quantità di evidenza empirica, che è tutto ciò che possiamo sapere del latino".
Il risultato sarà la possibilità di interrogare, usare, pubblicare risorse e strumenti per il latino in modo distribuito e interoperabile. Si potrà lanciare una ricerca su testi di diverse epoche che sono stati messi a disposizione da diverse istituzioni (biblioteche, centri di ricerche, archivi). E li si potrà processare automaticamente con strumenti che finalmente parleranno la stessa lingua.
Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 14:24
© RIPRODUZIONE RISERVATA Cos'è che rende così rivoluzionario LiLa? Produrrà una "base di conoscenza" per la lingua latina, vale a dire una connessione 'web-based' fra tutte le risorse linguistiche (dizionari, lessici, testi) e gli strumenti di trattamento automatico del linguaggio per il latino (strumenti che fanno l'analisi logica di testi latini in modo automatico) che sono oggi disponibili a livello mondiale. Sono tanti, costruiti in tanti decenni, ma non 'si parlanò e sono 'distribuitì in giro per il mondo, in diversi siti web e con diversi formati. "Oggi possiamo mutuare tecnologie e metodi sviluppati in ambito linguistico computazionale per trattare le masse di dati linguistici del web al fine di poter maneggiare questa eredità con maggiore profondità e qualità di un tempo - osserva il ricercatore dell'Università Cattolica - E così possiamo mettere nelle mani dei classicisti di domani un'enorme quantità di evidenza empirica, che è tutto ciò che possiamo sapere del latino".
Il risultato sarà la possibilità di interrogare, usare, pubblicare risorse e strumenti per il latino in modo distribuito e interoperabile. Si potrà lanciare una ricerca su testi di diverse epoche che sono stati messi a disposizione da diverse istituzioni (biblioteche, centri di ricerche, archivi). E li si potrà processare automaticamente con strumenti che finalmente parleranno la stessa lingua.