PIOVE DI SACCO - «Lo hanno ammazzato per una vendetta. Volevano rapinarlo, ma lui ha reagito. E allora hanno scelto di farlo fuori». I familiari di Mario Simone ripetono questo concetto da due mesi, senza darsi pace per un omicidio tanto violento. Ora la tesi della vendetta è confermata anche dagli investigatori, che hanno identificato i quattro assassini scoprendo ulteriori cruenti dettagli: il piano prevedeva infatti che la vittima dopo essere stata uccisa fosse addirittura decapitata. Mario Simone è un ex carabiniere pugliese, in servizio a Bagnoli, Conselve, Piove di Sacco e Rovigo tra il 1988 e il 2006. È stato ucciso lo scorso 20 novembre, vittima di un agguato nella città di Igarapè, nel nord del Brasile, dove si era trasferito da dieci anni dopo essersi congedato dall’Arma. Gli hanno sparato e lo hanno pure torturato, tranciandogli due dita con un machete. Fin da subito la famiglia ipotizzò la pista della vendetta: un anno e mezzo prima Simone si era trovato faccia a faccia con dei malviventi nella propria abitazione, reagendo alla rapina e mettendo in fuga i banditi. A novembre la notizia della sua uccisione suscitò grande clamore anche nella Bassa Padovana e nella provincia di Rovigo, dove Simone è ricordato da molti colleghi e vecchi amici.
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