Le folli gesta di Luca Traini e gli errori di analisi, storica e politica, della sinistra

Domenica 11 Febbraio 2018
36
Caro Direttore
credo che i fatti di Macerata rappresentino in questa fase elettorale il classico ultimo chiodo sulla bara della sinistra. Invece di inquadrare Luca Traini per quello che è, e cioè un problema di psichiatria criminale, pur gravissimo, dai centri sociali al Pd si sono convinti di essere nell'Italia del 1922, alla vigilia di una nuova marcia su Roma. 
Sperando forse con l'antifascismo militante di distogliere l'attenzione dai problemi dell'immigrazione, sentiti soprattutto nelle periferie dimenticate. Io ritengo che gli italiani vorrebbero semplicemente sentire i nostri politici di sinistra ammettere di aver sottovalutato le implicazioni sociali ed economiche della politica delle porte aperte a tutti gli stranieri. Invece si sentono riproporre continuamente il disco rotto dell'Italia accogliente contrapposta ad un'Europa becera e razzista. Avranno tempo di riflettere dal 5 marzo sullo smottamento a destra del Paese.


Ivana Gobbo
Abano Terme


Cara lettrice, 
se quello di Luca Traini è un caso di psichiatria criminale lo decideranno i medici e i tribunale. Le sue frequentazioni e le letture di cui si nutriva, primo fra tutti il Mein Kampf di Hitler, ci fanno pensare per ora a un nazista invasato e pericoloso.

Ma ciò non toglie che usare i fatti di Macerata e le folli gesta di questo estremista criminale per alimentare l'idea di un Paese alla vigilia di una restaurazione neofascista è un grave errore di valutazione storica e politica. Le intolleranze e i razzismi vanno combattuti con rigore e vigore. Ma la democrazia italiana non è messa a rischio dai Luca Traini ma dall'incapacità di capire i problemi, di comprendere le paure e i disagi delle persone e di dare a loro delle risposte efficaci. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci