«Uno della produzione mi portò una busta chiusa con all'interno 5mila euro. Erano soldi della produzione, che io portai a zì Filuccio». Sono queste le parole di Gennaro Aquino, imputato nel processo sul presunto pizzo pagato da Cattleya, casa di produzione della serie tv Gomorra, alla camorra.
Zì Filuccio è il clan della camorra che avrebbe messo a disposizione della produzione la villa sequestrata ai Gallo, sotto compenso. Come riporta Il Mattino, si sarebbe trattato di un vero e proprio pizzo e Aquino conferma: «Tutti sapevano. Non so chi mise i soldi in quella busta. Però Raffaele Gallo aveva minacciato di non farci entrare più in casa a girare, io avevo paura perché gli avevo dato la "mano di parola" e in certi ambienti è pericoloso non rispettare gli accordi».
Poi aggiunge: «Ricordo anche che mancavano mille euro, così li prelevai dal mio conto e glieli consegnai. Poi Cattleya me li ha rimborsati. Fin dal primo momento tutti in Cattleya sapevano che i Gallo non erano persone proprio pulite». Aquino rischia fino a un anno e tre mesi di carcere. Ma il manager della casa di produzione, Riccardo Tozzi, nega: «Gli unici soldi dati per girare delle scene in una villa di Torre Annunziata sono quelli dati, ovviamente in chiaro, all'amministratore giudiziario, il titolare della custodia del locale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Zì Filuccio è il clan della camorra che avrebbe messo a disposizione della produzione la villa sequestrata ai Gallo, sotto compenso. Come riporta Il Mattino, si sarebbe trattato di un vero e proprio pizzo e Aquino conferma: «Tutti sapevano. Non so chi mise i soldi in quella busta. Però Raffaele Gallo aveva minacciato di non farci entrare più in casa a girare, io avevo paura perché gli avevo dato la "mano di parola" e in certi ambienti è pericoloso non rispettare gli accordi».
Poi aggiunge: «Ricordo anche che mancavano mille euro, così li prelevai dal mio conto e glieli consegnai. Poi Cattleya me li ha rimborsati. Fin dal primo momento tutti in Cattleya sapevano che i Gallo non erano persone proprio pulite». Aquino rischia fino a un anno e tre mesi di carcere. Ma il manager della casa di produzione, Riccardo Tozzi, nega: «Gli unici soldi dati per girare delle scene in una villa di Torre Annunziata sono quelli dati, ovviamente in chiaro, all'amministratore giudiziario, il titolare della custodia del locale».