Al voto tra paracadutati e ammiragli smemorati ma la sfida del 4 marzo va presa sul serio

Mercoledì 31 Gennaio 2018
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Caro direttore,
è veramente commovente assistere alla formazione delle liste dei candidati alle prossime elezioni.
Commovente perché si può constatare la quasi disperazione degli esclusi. Loro volevano a tutti i costi andare in parlamento per poter fare finalmente molte cose per il bene degli italiani e invece qualche maligno glielo impedisce. Sembra di essere nel canale di Sicilia in cui tutti vogliono aggrapparsi al gommone per raggiungere l'agognato approdo. Solo che questa situazione è ben più seria e grave che agognare un approdo in parlamento. Emblematico è il caso di Razzi: prima è fuori, poi rientra, poi è di nuovo fuori. Mi sembra un balletto poco serio così come gli oltre 100 simboli di formazioni le più disparate che si candidano alla guida del paese. Più che di democrazia credo si possa parlare di patologia. I presupposti per fornire motivi agli astensionisti ci sono tutti. Ma noi, democratici incalliti andremo comunque a votare, se non altro per non dare spazio ai velleitarismi di chi ha poche idee, ma confuse ed è lontano dalla realtà, che non conosce. In politica capita spesso di dover votare per il meno peggio, soprattutto in Italia.

Giancarlo Locatelli
Dosson di Casier


Caro lettore,
tra paracaduti, tagli e recuperi al fotofinish, lo spettacolo offerto dai partiti nella frenetica presentazione delle liste elettorali non è stato tra i più edificanti. Non sono mancati neppure momenti di assoluta ilarità come nel caso dell'ammiraglio che si era candidato per un partito ( M5Stelle) dimenticandosi che era già consigliere comunale, ma per un' altra forza politica (il Pd) in aperta competizione con la prima. Evidentemente il nostro ammiraglio, in politica, fa un po' fatica a trovare la rotta giusta. Meglio si riposi un po'. Detto ciò, la sfida elettorale del prossimo 4 marzo non va sottovalutata. Forse, come molti osservatori prevedono, anche in virtù dei meccanismi dalla legge elettorale, dalle urne non uscirà un vero vincitore, cioè un partito o una coalizione con i numeri sufficienti per governare da solo. Vedremo. Ma la qualità (tutta da verificare) di taluni aspiranti uomini di governo e la pericolosa inconsistenza o irrealizzabilità di alcune proposte sono tali da indurre più di qualche riflessione. Ognuno è naturalmente libero di scegliere. Basta essere consapevoli della posta in gioco.

 
Ultimo aggiornamento: 17:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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