PADOVA - È arrivato il conto da pagare alla giustizia: quarantaquattro nomadi su 52, ieri a processo, sono stati condannati a tre mesi a testa per invasione di terreno. In totale hanno preso undici anni per avere occupato, a partire dal luglio del 2012 in più riprese un’area demaniale a Ponte di Brenta, sotto il viadotto dell’autostrada e a pochi metri dall’ex stazione ferroviaria. Il sostituto procuratore Sergio Dini ne ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, e solo otto di loro su 52 sono stati assolti. La prima tendopoli è stata scoperta, nel luglio del 2012, dalla polizia locale. C’erano venti persone e tra loro tre minorenni, tra i quattordici e i diciassette anni. Probabilmente erano tre nuclei familiari, perchè le loro piccole tende per la notte erano sistemate in tre zone diverse. La municipale ha usato anche la squadra fluviale per setacciare il tratto di argine del fiume Brenta sotto il ponte. Poi sono intervenuti anche gli operatori dell’Aps per pulire tutto il tratto dell’argine, in particolar modo sotto il viadotto dell’autostrada. Lì c’era il “living” della comunità, dove gli uomini preparavano grigliate e le arcate del ponte riparavano dalla pioggia i pranzi e le cene. Quasi tutti gli abitanti della tendopoli hanno precedenti per furto, ricettazione e accattonaggio.
Ultimo aggiornamento: 18:25
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