Pd, strappo in nottata sulle liste: la minoranza non vota

Sabato 27 Gennaio 2018
Pd, strappo in nottata sulle liste: la minoranza non vota
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Sono quasi le quattro del mattino, quando la direzione del Partito democratico approva le liste per le politiche. Ma la minoranza consuma uno strappo non partecipando al voto. «Non c'è stata nessuna trattativa o braccio di ferro, perché i nomi li sentiamo solo ora, non li abbiamo neanche letti», lamenta Andrea Orlando, parlando anche a nome di Gianni Cuperlo e Michele Emiliano, dopo che Lorenzo Guerini distilla il lungo elenco dei candidati. Ma Matteo Renzi rivendica il lavoro fatto: «È stata una delle esperienze più devastanti che abbia vissuto ma da domani dobbiamo fare una grande battaglia: la squadra avversaria è meno forte di noi». All'ennesimo rinvio di giornata, i membri della direzione arrivano al Nazareno alle 22.30, per apprendere l'elenco dei candidati. Ma è ancora attesa.

Matteo Renzi compare poco dopo la mezzanotte per chiedere di pazientare. Ma subito avverte: «Le liste non troveranno la totale condivisione, ma è giusto che un'assemblea democratica possa dare la propria valutazione». Passano altre due ore, nel corso delle quali le minoranze siglano una nota congiunta per chiedere che venga loro concesso tempo per valutare le liste, altrimenti valutano di lasciare la direzione. Alle due e mezzo del mattino il premier Paolo Gentiloni fa il suo ingresso al Nazareno, dove ci sono tutti i ministri Dem: si inizia. Renzi rivendica il lavoro fatto e distilla ottimismo: «Abbiamo una straordinaria occasione di recuperare» nei sondaggi grazie anche alle divisioni del centrodestra. Poi dopo la lettura dei nomi, la direzione respinge la richiesta di Andrea Orlando di avere un'ora per valutare i nomi. La minoranza esce. Le liste sono approvate: ci saranno ventiquattro ore per i ricorsi. Le candidature, dunque.

Le minoranze denunciano un ridimensionamento: «Non siamo neanche in grado di valutare di quale entità». All'ultimo rientrano in corsa Cesare Damiano e Barbara Pollastrini che saranno candidati, ma non Andrea Martella, coordinatore dell'area Orlando. Appaiono soddisfatti gli esponenti delle aree Martina e Orfini, che avrebbero confermato lo stesso numero di parlamentari. Tra gli alleati, si scioglie il dubbio su Beatrice Lorenzin, che correrà per la Camera a Modena, mentre a Riccardo Nencini viene affidato il difficile collegio di Arezzo, per il Senato. Matteo Renzi correrà nel collegio Firenze 1 Camera e nei listini di Umbria e Campania. Paolo Gentiloni nell'uninominale a Roma, nel plurinominale nelle Marche e in Sicilia. Moltissime conferme tra i renziani ma anche alcune new entry.

Nelle liste ci sono il costituzionalista Stefano Ceccanti e il portavoce di Gentiloni, già portavoce di Renzi, Filippo Sensi.
Roberto Giachetti sarà all'uninominale in Toscana, a Sesto Fiorentino. Lucia Annibali, l'avvocatessa sfregiata dall'acido, nell'uninominale a Parma. In Campania compare in lista il nome di Franco Alfieri, che fu al centro del caso «fritture» da offrire nella campagna per il referendum. È confermata la candidatura del presidente del gruppo S&D Gianni Pittella e di Maria Elena Boschi nel collegio di Bolzano.
Ultimo aggiornamento: 14:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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