Omicidio Gritti, il testimone: «Il secondo proiettile era per me»

Giovedì 18 Gennaio 2018
Il funerale di Gritti
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VENEZIA «Il secondo proiettile era per me». Lui, quegli spari, li ha sentiti da vicino. Il primo colpo esploso da Ciro Esposito, 49enne napoletano, ha raggiunto ucciso il suo amico, Ivano Gritti. Poi però ce n’è stato un altro, che ha attraversato la porta della casa Ater di calle delle Chiovere sibilando a pochi centimetri dall’orecchio di Christopher Antonio Rath, 31 anni. Lui è il supertestimone dell’omicidio di San Polo. Ieri mattina, insieme a un gruppo storico di amici di Gritti, era al funerale del 47enne veneziano, nella chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti. Prima fila, bara caricata sulle spalle per accompagnarla fino alla barca in partenza per San Michele: non poteva mancare all’ultimo saluto di quell’uomo con cui aveva stretto un rapporto quasi fraterno. 
«ERAVAMO LÌ PER IL CANE»
Alla vista dei giornalisti, il sangue gli ribolle nelle vene. «Avete scritto un sacco di falsità - tuona - avete detto che l’omicidio era collegato alle rapine alle Coop. Ma quali rapine? Eravamo andati da Ciro solo perché dovevamo prendere il cane, questa è l’unica verità». 
 
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