Dj Fabo, i pm al processo: «Cappato non ha rafforzato la sua intenzione di suicidarsi. Va assolto»

Mercoledì 17 Gennaio 2018
Dj Fabo, i pm al processo: «Cappato non ha rafforzato la sua intenzione di suicidarsi. Va assolto»
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Il processo instaurato con la richiesta del giudizio immediato da parte dell'imputato Marco Cappato tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, prosegue oggi in Corte di Assise a Milano.

Durante l'udienza, la pm Tiziana Siciliano ha dichiarato: «Io mi rifiuto di essere la parte dell'accusa. Io rappresento lo Stato e lo Stato è anche Cappato».

«Marco Cappato non ha avuto alcun ruolo nella fase esecutiva del suicidio assistito di Fabiano Antoniani e non ha nemmeno rafforzato la sua volontà di morire». Lo ha sostenuto in aula il pm Sara Arduini che con la collega Tiziana Siciliano stanno svolgendo la loro requisitoria al processo a carico di Marco Cappato, esponente radicale imputato davanti alla corte d'assise per aiuto al suicidio per aver accompagnato Dj Fabo nella clinica svizzera dove ha messo in pratica la procedura della dolce morte.

Il pm dopo avere ripetuto più volte come fosse «forte e granitica la volontà di Fabiano di morire» in quanto dopo l'incidente stradale era rimasto cieco, paralizzato e senza la speranza di un lieve miglioramento, ha sottolineato più volte che Marco Cappato «non ha in alcun modo rafforzato il proposito suicidiario di Fabo ma lo ha solo rispettato. Anzi lo ha addirittura ritardato cercando di coinvolgerlo nella sua lotta politica per tentare di dargli una nuova prospettiva di vita». I due pm originariamente avevano chiesto l'archiviazione della indagine a carico del rappresentante dell'associazione Luca Coscioni ma poi il gip Luigi Gargiulo aveva imposto l'imputazione coatta e l'esercizio dell'azione penale sostenendo che Cappato andasse accusato di aiuto al suicidio per avere addirittura rafforzato la volontà del proposito di togliersi la vita.

La procura di Milano ha quindi chiesto l'assoluzione di Marco Cappato «perché il fatto non sussiste». Il pm Tiziana Siciliano insieme alla collega Sara Arduini hanno chiesto in subordine alla corte d'assise di eccepire l'illegittimità costituzionale dell'articolo 580 del codice penale quello sull'aiuto al suicidio.

Siciliano e Arduini, nel caso in cui la Corte d'Assise non accogliesse la richiesta di assoluzione per Cappato, hanno chiesto la trasmissione degli atti in Procura in vista dell'apertura di una indagine nei confronti di tutti coloro che in qualche modo hanno dato un supporto all'uomo, comprese madre e fidanzata. In questi termini i pm hanno terminato la loro requisitoria, accolta da un applauso del pubblico. «Il signor Cappato - ha affermato Tiziana Siciliano - è imputato per aver agevolato qualcuno nell'esercizio di un suo diritto. Non il diritto al suicidio, bensì il diritto alla dignità» che esiste e trova riscontro non solo nelle norme nazionali ma anche in quelle sovranazionali come, innanzitutto, le sentenze della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.

 

Marco Cappato, nel processo iniziato il giorno 8 novembre, è imputato «per aver rafforzato il proposito suicidario di Dj Fabo e per averlo aiutato a raggiungere la Svizzera con l'obiettivo di ricorrere al suicidio assistito. L'art. 580 del Codice penale, denominato "Istigazione o aiuto al suicidio" (che già dal titolo considera in modo uguale due condotte estremamente differenti) prevede fra l'altro: "chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni". Se il Presidente Ilio Mannucci riterrà di non dover chiedere ulteriore documentazione - ai sensi dell'art. 507 codice di procedura penale - sarà chiusa la fase istruttoria, con inizio delle discussioni», spiega una nota dell'associazione Coscioni. Prima interverrà l'ufficio di Procura e poi la difesa che affronterà sia le deduzioni emerse dai testi presentati, sia le dichiarazioni dei testi auditi, tra cui il medico di Fabiano, il dr. Veneroni, il Dr. Mario Riccio che fu il medico negli ultimi giorni di Welby, Valeria e Carmen fidanzata e mamma di Fabiano.

Questi nel corso delle udienze hanno evidenziato lo stato di salute di Dj Fabo, che pativa gravi sofferenze dopo essere rimasto paraplegico e cieco in seguito a un incidente d'auto nel 2014. Antoniani, dopo aver provato tutte le vie possibili per un miglioramento del proprio stato, nel perdurare di dolori continui attenuati dalle terapie, ma persistenti, ha deciso di voler accedere ad una fine senza dolore. Dopo aver maturato tale convincimento Fabo ha chiesto aiuto a Marco Cappato per raggiungere la Svizzera, dove ha chiesto e infine ottenuto, il 27 febbraio 2017 l'eutanasia per mezzo del cosiddetto suicidio assistito. Nel corso dell'udienza di discussione i difensori evidenzieranno le ragioni a difesa di Marco Cappato, che consapevole dei divieti imposti dal codice penale italiano, ha scelto di aiutare Fabiano. La sentenza si avrà il 14 febbraio prossimo. Dichiara Filomena Gallo, avvocato e segretario dell'associazione Luca Coscioni che coordina il collegio legale di difesa nominato da Marco Cappato: «Nell'udienza la difesa farà emergere quanto questo divieto previsto dall' art. 580 cp redatto in una epoca in cui non era in vigore la Costituzione, non tenga conto dei diritti, libertà, riconosciuti dalla Carta Costituzionale -art. 3,13,32- che prevede che la libertà personale è inviolabile e che nessuno può essere sottoposto a terapie che intende rifiutare.»

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 15:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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