Record di occupati degli ultimi 40 anni? Non è vero e lo dicono le statistiche dell'Istat

Venerdì 12 Gennaio 2018
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Egregio Direttore,
tutti i mezzi di comunicazione (televisione e quotidiani in testa) danno un grande risalto alla notizia che gli occupati hanno superato la quota di 23 milioni. Il Premier Gentiloni esulta dichiarando che l'Istat, nel suo rapporto di novembre 2017, ha rilevato che gli occupati sono 23 milioni e 183 mila, il dato più alto dal 1977. La cosa mi ha incuriosito (dato che nel 1977 io c'ero) e sono andato a vedermi il sito Istat. In realtà gli occupati nel 1977 erano 23 milioni e 25mila, ma la popolazione italiana era pari a 55.847.553, mentre la popolazione a fine 2017 è pari a 60.519.445 (esattamente 4.741.892 residenti in meno) senza contare tutti quelli che sono in Italia e non hanno la residenza, pertanto non esistono per l'Istat, fenomeno certamente irrilevante nel 1977. Infatti il tasso di disoccupazione nel 2017 è pari all'11% mentre nel 1977 era del 6,5%. Chi ci supera sono la Spagna (16,7%) e la Grecia (20,5%). La media dell'Unione Europea è del 7,3%. Gli esperti riferiscono che circa il 90% dei nuovi contratti è a termine, senza voler entrare in merito alla qualità del rapporto di lavoro. Certamente c'è da rallegrarsi, ma è altrettanto certo che c'è ancora molta strada in salita da fare per la ripresa del Paese. Speriamo che dopo le elezioni politiche di marzo possa uscire una classe politica illuminata che sappia coniugare lo sviluppo economico con l'occupazione strutturale. Come si suol dire la speranza è l'ultima a morire. La statistica ci rallegra la realtà ci rattrista.


Edmondo Piazzi

Caro lettore,
innanzitutto grazie. Un celebre matematico ha detto: «Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa». A lei non è stato necessario torturarli, ma semplicemente osservarli. Per far emergere una semplice verità: che aver superato quota 23 milioni di occupati è certamente un segnale confortante per l'economia italiana. Ma non c'è alcun record. E questo dato è assai meno positivo e clamoroso di quello che lo stesso presidente del Consiglio ha voluto credere o far credere. Innanzitutto perché solo uno su dieci dei nuovi assunti è a tempo indeterminato. In secondo luogo perché, come dimostrano i dati Istat, nel 1977 gli occupati erano più di 23 milioni ma il tasso di disoccupazione era di 5 punti e mezzo inferiore rispetto a quello attuale. Con buona pace degli ottimisti per partito preso.
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