La discarica Torretta, bomba ecologica semi abbandonata

Lunedì 1 Gennaio 2018 di Marcello Bardini
La discarica Torretta, bomba ecologica semi abbandonata
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CASTELNOVO BARIANO - Torretta abbandonata a se stessa. La frazione legnaghese confinante col territorio di Castelnovo Bariano, continua ad essere una bomba ecologica. È ancora la discarica che si trova a ridosso del Canalbianco a preoccupare. La Procura di Verona non aveva dato seguito alla richiesta avanzata lo scorso gennaio dal sindaco castelnovese Massimo Biancardi, di far chiudere l'impianto per lo stoccaggio dei rifiuti gestito dalla società LeSe.

CHIESTO IL SEQUESTRO
Dopo aver sollecitato più volte la Provincia scaligera a esprimere il proprio dissenso al conferimento di nuove tipologie di rifiuti nel sito, Biancardi, appoggiato da diversi comitati ambientalisti e gruppi consiliari dei Comuni altopolesani, aveva chiesto il sequestro penale dell'area «per il grave pregiudizio all'incolumità pubblica legato all'attività svolta nel sito».
Un'istanza però respinta dai magistrati. Terminate le indagini, la Procura ha evidenziato che le tracce di inquinamento presenti nelle falde sotterranee di Torretta non sono riconducibili all'attuale gestione della discarica.
 
AMBIENTE GIÀ COMPROMESSO
Eppure, al di là di una responsabilità diretta della discarica, le falde sarebbero già gravemente compromesse con effetti visibili nell'ambiente: arsenico dai rubinetti delle case e pesci con gravi malformazioni, come denunciato più volte dagli ambientalisti locali che definiscono la frazione legnaghese il triangolo della morte. Ma non è tutto. Oltre a eventuali inquinamenti delle falde, a Torretta ci sono comunque pericolose trascuratezze alla luce del sole, magari non collegate alla discarica ma comunque degne di attenzione.

DISCARICA A CIELO APERTO
È il caso delL'ansa del Canalbianco tra il ponte e la chiusa. Sulla destra, chi percorre la strada provinciale provenendo da Castelnovo, si imbatte in una vera e propria discarica a cielo aperto con rifiuti abbandonati lungo l'acqua e sulle sponde. Quando le chiuse saranno aperte la situazione potrebbe farsi disastrosa.

DENUNCIA DEI PESCASPORTIVI
Un gruppo di pescatori ha denunciato il grave stato di incuria: «La frazione viene completamente ignorata. Da anni denunciamo l'aumento dei rifiuti ma non abbiamo mai visto alcun intervento. Stesso discorso per diverse costruzioni abusive lungo il canale».
Ancora, per quanto riguarda la campagna di Torretta, lo scorso mese in tanti avevano lamentato l'abbandono di cumuli di una sostanza bianca maleodorante in un campo nei pressi della piazza della frazione. Non si sa se sia trattato di stallatico mescolato ad altre sostanze. Tuttavia gli ambientalisti locali avevano paventato l'ipotesi che si trattasse di gessi reflui provenienti dai depuratori del comprensorio della concia, nel Vicentino. la preoccupazione degli ambientalisti Tra cui Terre Nostre, era in qualche modo giustificata: la discarica di Torretta si trova infatti a pochi passi dal luogo in cui erano state trovate le sostanze sospette, anche se non esisterebbe alcun nesso tra le due situazioni. La vicenda appare comunque come l'ennesima beffa ai danni di un territorio che qualcuno bolla come immondezzaio del Veneto.

INQUINAMENTO DA PFAS
Infine è di queste settimane la notizia che i gruppi No Pfas Legnago e Mamme No Pfas Genitori attivi zona rossa hanno scritto una lettera al presidente della Provincia di Verona, chiedendo di negare il consenso alla Nimar, azienda di Cerea che confina con Torretta, la quale avrebbe chiesto l'autorizzazione per realizzare un impianto di compostaggio dei rifiuti. I No Pfas accusano però l'azienda di inquinare le falde, tanto che gli stessi residenti nella zona sarebbero già contaminati. Verrebbero poi sollecitati maggiori controlli sui camion che trasportano i rifiuti e i fanghi reflui, con la richiesta di bloccare i mezzi nel caso in cui venisse rilevata la presenza di sostanze nocive.
Ultimo aggiornamento: 2 Gennaio, 21:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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