PADOVA - C’era una volta il caffè made in Padova, frutto della capacità imprenditoriale di alcuni pionieri nei primi due decenni del secolo scorso. I più famosi: Dubini (Diemme), Breda, Vescovi. Ma con loro anche una serie di produttori minori, chi semplice rivenditore, chi divenuto anche torrefattore in proprio.
C’era, perché oggi il caffè padovano parla austriaco, tranne l’eccezione di Diemme, unico a resistere negli stabilimenti di Albignasego. L’ultimo a passare la mano è stato Vescovi, verso la fine dell’anno scorso.
Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 11:29
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