PADOVA - «Magari, magari, magari». Lo ripetono continuamente, interrotti dai sospiri, Redouane Rehaily e la moglie Khadija. Parlano con un filo di voce i genitori di Meriem, la ragazzina padovana partita all'improvviso nel 2015 a 19 anni da Arzergrande per diventare una foreign fighter dell'Isis.
«Nostra figlia sarebbe ancora viva, in Francia? Magari. Di certo non farebbe male a nessuno. Ha sbagliato e si è fatta plagiare, ma non è una kamikaze» dicono il padre e la madre, di fronte ad una notizia che non trova conferme ufficiali ma che almeno tiene viva la loro più grande speranza: riportarla a casa.
Lo scorso 12 dicembre Meriem è stata condannata a quattro anni per essersi arruolata nello Stato Islamico, ma oggi è una latitante e su di lei non sono più arrivate notizie certe. Negli ultimi mesi si è diffusa anche l'ipotesi che fosse stata lapidata, ma la morte non è mai stata confermata dalle autorità. Nei giorni scorsi un giornale marocchino, Al Ahdath Al Maghribia, ha diffuso un'indiscrezione: Meriem sarebbe ben più vicina a Padova di quanto si potesse immaginare...
© RIPRODUZIONE RISERVATA «Nostra figlia sarebbe ancora viva, in Francia? Magari. Di certo non farebbe male a nessuno. Ha sbagliato e si è fatta plagiare, ma non è una kamikaze» dicono il padre e la madre, di fronte ad una notizia che non trova conferme ufficiali ma che almeno tiene viva la loro più grande speranza: riportarla a casa.
Lo scorso 12 dicembre Meriem è stata condannata a quattro anni per essersi arruolata nello Stato Islamico, ma oggi è una latitante e su di lei non sono più arrivate notizie certe. Negli ultimi mesi si è diffusa anche l'ipotesi che fosse stata lapidata, ma la morte non è mai stata confermata dalle autorità. Nei giorni scorsi un giornale marocchino, Al Ahdath Al Maghribia, ha diffuso un'indiscrezione: Meriem sarebbe ben più vicina a Padova di quanto si potesse immaginare...