Centomila euro persi, invalido con l'auto contro la sede di Veneto Banca

Mercoledì 27 Dicembre 2017
Marin Haralmbie
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MONTEBELLUNA - Un uomo di 59 anni, Marin Haralmbie, gravemente invalido in seguito ad un incidente sul lavoro e che ha perso circa 100mila euro nell'acquisto di azioni Veneto Banca, ha spinto oggi in retromarcia la sua autovettura contro la porta d'ingresso della sede centrale dell'ex istituto veneto, a Montebelluna.

L'uomo, che manifesta in modo pacifico dalla vigilia di Natale, reclama la rifusione del danno, corrispondente all'indennità assicurativa percepita in seguito all'evento che non gli consente di lavorare da una quindicina d'anni. In questi giorni si è nutrito di generi alimentari che si è portato da casa, rifiutando ogni altro tipo di aiuto. Il giorno di Natale ha ricevuto gli auguri del sindaco, Marzio Favero. Sul posto, oltre ad altri risparmiatori appartenenti al coordinamento di associazioni riferibili a don Enrico Torta, si trovano personale della Protezione civile e la polizia municipale.

«Nel giorno del settantesimo anniversario della Costituzione Italiana, entrata in vigore il 1 gennaio 1948, Marin Haralmbie, 59 anni cittadino italiano di origini rumene gravemente invalido in seguito ad un incidente sul lavoro e che ha perso circa 100mila euro nell'acquisto di azioni Veneto Banca, 'ha spinto oggi in retromarcia la sua autovettura contro la porta d'ingresso della sede centrale dell'ex istituto veneto
», lo ricorda il presidente del Consiglio regionale del Veneto Roberto Ciambetti commentando il fatto di cronaca di Montebelluna e affiancandolo al 70/o anniversario della promulgazione della Carta Costituzionale italiana.

«Non c'è rabbia in quel gesto, ma disperazione: l'articolo 47 della Costituzione spiega che "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito" - aggiunge Ciambetti -. Quella macchina in retromarcia celebra degnamente il 70esimo anniversario della promulgazione anche di questo articolo che a rileggerlo suona come atto d'accusa se pensiamo alla vicenda delle Popolari e al pesante lascito che essa consegna al prossimo Parlamento».
Per il presidente dell'assemblea veneta,
«l'articolo 47 della Costituzione dice al prossimo governo e ai membri di Camera e Senato - spiega - che bisogna trovare la strada per tutelare e risarcire al meglio chi ha perso i propri risparmi e con essi la fatica di una vita. Come ha ben detto don Torta nel suo saluto augurale di Natale alle vittime del crac delle Popolari Venete «ancora una volta dobbiamo constatare che noi, popolo semplice e talvolta povero, fatto di lavoratori onesti, siamo la parte migliore della nostra cara Italià. Parte migliore, ma tradita». Come tradita, per Ciambetti, «è stata la Costituzione, come a tradire è stato chi doveva esercitare i poteri e i compiti di controllo: il prossimo Parlamento dovrebbe dar vita ad una nuova Commissione d'inchiesta speciale che faccia veramente chiarezza perché se non si elimina il bubbone alla radice, il male potrà riproporsi».
Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 08:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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