Veneto Banca, la verità di Bertolo:«Non sono proprietario di ville, negozi e multiproprietà»

Domenica 24 Dicembre 2017
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Egregio direttore,
Leggo il trafiletto su Il Gazzettino del 22 dicembre, che ribadisce alcuni passaggi già apparsi negli ultimi giorni in merito allo scalpore destato dai sequestri (preventivi) nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria su Veneto Banca e che, mio malgrado, mi riguardano molto da vicino. Volevo in merito solo puntualizzare i termini corretti circa i beni sequestrati perché al di là dei problemi reputazionali, morali e di salute che la vicenda sta creando al sottoscritto ed alla mia famiglia, l'aggiunta di notizie imprecise e distorsive contribuisce non poco ad aggravare una situazione già di per sé pesantissima. Non mi risulta che io sia mai stato proprietario di una villa a Jesolo a ridosso della zona del parco Equilio, né tantomeno di un negozio, né di una multiproprietà all'interno del golf club. Peraltro non saprei proprio cosa farne visto che non sono un amante di tale sport non avendo mai giocato a golf in vita mia. L'unica proprietà in Jesolo è un appartamento, acquistato con mia moglie circa 10 anni or sono e frutto dei risparmi che in oltre (a quel tempo) 25 anni di lavoro erano stati messi da parte. E non è certamente una villa, né a mio modo di sapere, vale la somma che viceversa è indicata nell'ordinanza di sequestro (un garage interrato in Jesolo non credo possa valere 110.000 Euro, tanto per fare un esempio). Sa cosa le dico: magari avessi avuto maggiori proprietà immobiliari, forse non ci avrei rimesso tutti quei risparmi che, alla pari di tantissime altre famiglie, avevo investito in azioni della Veneto Banca. Giusto per dirle che neppure chi ci lavorava all'interno aveva il sentore che potesse esserci un simile tracollo aziendale. Forse si tratta di omonimia, può essere; ma, verificateli per bene i dati prima di renderli pubblici. Non vale solo per me, ma vale per tutti.
Stefano Bertolo
Caro lettore, 
dato il lavoro che faccio ed il ruolo che ho, comprenderà che sono interessato, almeno quanto lei, a pubblicare le cose per quello che sono. Ciò che abbiamo scritto su di lei come sugli altri indagati per le vicende di Veneto Banca proviene da documenti giudiziari. Cioè da fonti ufficiali e autorevoli. Ma poiché non riteniamo di avere il monopolio della verità, non ho nessuna difficoltà a pubblicare la sua lettera e le sue precisazioni. Dopodiché c'è un'indagine in corso ed è compito della magistratura stabilire le eventuali responsabilità. Per lei come per tutti vale la presunzione di innocenza. Mi permetta però di condividere con lei e con gli altri lettori, una considerazione: nel disastroso crollo delle banche venete tutti si considerano vittime: ci saranno anche dei colpevoli?
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