Spiaggia "fascista", archiviata l'inchiesta Scarpa: «È libertà di pensiero»

Giovedì 23 Novembre 2017
I cartelli fascisti di Punta Canna fatti rimuovere dal Prefetto: erano invece leciti, è libertà di pensiero
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VENEZIA - Finisce in archivio l'inchiesta aperta per apologia di fascismo a carico di Gianni Scarpa, l'ex gestore della spiaggia di Punta Canna, a Sottomarina, diventata un caso estivo per i cartelli e le immagini esposti da Scarpa di Benito Mussolini e le scritte inneggianti al Ventennio, che erano state fatte rimuovere d'autorità dal prefetto e che avevano portato, tra l'altro, alla denuncia e al "licenziamento" di Scarpa come gestore della struttura.

I clienti, però, avevano sempre difeso il gestore, che da parte sua ammetteva tranquillamente: «io sono fascista, amo l'ordine e la disciplina anche in spiaggia». In estate era  scoppiato un caso nazionale: anche il leader della Lega, Matteo Salvini, era venuto a Punta Canna a portare la sua solidarietà: «Le idee non si processano».
 
 


Il giudice per le indagini preliminari di Venezia, Roberta Marchiori, ha accolto la richiesta della Procura, ordinando l'archiviazione dell'inchiesta per apologia di fascismo, perché le scelte di Scarpa sono comprese nella libertà di pensiero garantita dalla Costituzione. Poco più di un mese fa era stato lo stesso procuratore capo Bruno Cherchi a spiegare che, perché si possa configurare il reato ipotizzato, è necessario che vi siano azioni concrete, finalizzate a coinvolgere altri nella ricostituzione del partito fascista e che tali azioni costituiscano un pericolo per il sistema democratico. Per la Procura le scelte di Scarpa andavano, invece, ricondotte all'ambito della libertà di pensiero garantito dalla Costituzione.
 


 

Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 22:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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