Uber, prima sconfitta in aula: dovrà riconoscere ferie e salario minimo agli autisti

Venerdì 10 Novembre 2017
Uber, prima sconfitta in aula: dovrà riconoscere ferie e salario minimo agli autisti

Prima sconfitta in tribunale per Uber. La società californiana dovrà garantire ai suoi autisti ferie e salario minimo. Lo ha deciso il giudice del lavoro britannico, nella sentenza con cui rigetta l'appello presentato dai vertici dell'app di ride sharing.

La causa è partita dalla denuncia di due driver: James Farrar e Yaseen Aslam, che erano ricorsi in tribunale per chiedere il riconoscimento del loro status di lavoratori dipendenti e non di freelance, come invece prevede il contratto Uber. Esulta il sindacato Gmb, secondo cui si tratta di una prima vittoria dei lavoratori nella cosiddetta "gig economy", che «spesso sfrutta la manodopera».

Uber intanto non demorde e annuncia un nuovo ricorso per evitare di dover concedere i nuovi diritti ai suoi 40 mila autisti londinesi. La guerra con la città di Londra nel frattempo continua anche sul fronte della licenza, dopo il bando deciso dalla municipalizzata Transport for London. Anche in questo caso c'è un ricorso in atto, Uber ha ottenuto la possibilità di continuare ad operare nella metropoli. La prima udienza per risolvere l'altro contenzioso sarà il mese prossimo. In palio c'è la sopravvivenza stessa di Uber nella capitale britannica.

«La maggior parte dei tassisti e degli autisti di noleggio privato sono stati considerati, per decenni, lavoratori autonomi, molto prima che la nostra app esistesse», commenta Tom Elvidge, direttore generale di Uber UK. «Il motivo principale per cui gli autisti utilizzano Uber - si legge ancora - è che la nostra app dà loro la libertà di scegliere se, quando e dove effettueranno il loro servizio, motivo per cui abbiamo intenzione di andare in appello.

Il tribunale rivendica invece il fatto che agli autisti viene richiesto di accettare l'80% delle corse una volta effettuato l'accesso all'app.

Ma Elvidge precisa: «Gli autisti che utilizzano Uber sanno che questo non è mai successo nel Regno Unito». Per il direttore generale nel corso degli ultimi anni la società ha migliorato la sua applicazione «per garantire agli autisti un maggior controllo» e «investito in coperture assicurative per malattia o infortunio».

Ultimo aggiornamento: 19:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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