Aerei, tassa d'imbarco verso il raddoppio. Rottamazione per tutti

Giovedì 9 Novembre 2017 di Andrea Bassi e Luca Cifoni
Padoan (ansa)
La rottamazione bis diventa totale. Se con il testo del decreto fiscale il governo aveva riaperto tre canali delimitati per i contribuenti interessati alla definizione agevolata delle cartelle, un emendamento al Senato - che ha ottenuto il via libera dell'esecutivo - dovrebbe rimettere in pista tutti, compresi coloro che non avevano fatto domanda per aderire alla prima sanatoria.

Una correzione, quella presentata da Giorgio Santini del Pd, che almeno sulla carta dovrebbe permettere di incrementare il gettito atteso e che trova il favore di vari gruppi politici. Il cammino per l'approvazione del provvedimento e soprattutto della collegata legge di Bilancio resta comunque non semplice, come dimostra anche l'incidente capitato in commissione Trasporti, dove il governo è andato sotto su un emendamento in materia di trasporto marittimo, votato contro il suo parere. La modifica non è definitiva finché non viene approvata in commissione Bilancio, ma qui la maggioranza a seguito degli spostamenti nei gruppi dispone di un margine esiguo o meglio inesistente: tredici senatori sicuri su un totale di ventisette.

Dunque la rottamazione riparte dalle vecchie cartelle del 2000-2016, quelle già ammesse alla fase uno della sanatoria. Chi vorrà aderire potrà saldare il conto in cinque rate, tra il prossimo mese di luglio e il febbraio del 2019. In pratica si ricomincia daccapo. Il testo messo a punto dall'esecutivo individuava invece solo tre situazioni precise: le nuove cartelle arrivate dall'inizio di quest'anno in poi, i contribuenti che avevano presentato domanda di ammissione alla prima definizione agevolata ma poi se la erano visti respingere perché non in regola con la rateazione ordinaria di quei debiti ed infine coloro che pur essendo stati ammessi alla rottamazione si erano trovati in situazione irregolare per il mancato versamento della prima o della seconda rata della rottamazione stessa. Ora invece potrà rientrare in gioco anche chi per un motivo o per un altro non aveva colto la prima occasione offerta dal fisco.

LE ALTRE NOVITÀ
Non è l'unica novità che troverà spazio nel decreto fiscale. Ce n'è una seconda che ieri ha già fatto infuriare gli operatori dei settori interessati. Si tratta della tassa d'imbarco negli aeroporti. In Senato sono state depositate tre proposte emendative molto simili. La sostanza è che il balzello, che già oggi pesa sui biglietti per 2 euro a tratta, potrebbe essere aumentato di altri due euro. La proposta è di introdurre, a partire dal primo gennaio 2018, un'addizionale pari ad un euro sui diritti di imbarco di passeggeri sugli aeromobili in partenza dagli aeroporti situati all'interno del territorio delle città metropolitane. Le città però possono variare tale misura fino ad un massimo di due euro per passeggero imbarcato. Questo porterebbe l'imposta fino ad un massimo di 4 euro per passeggero.

La tassa interesserebbe anche i porti, prevedendo un'addizionale di un euro (aumentabile fino a 2 per passeggero) sui diritti di sbarco portuali a carico degli operatori marittimi in ormeggio presso le banchine dei porti situati nel territorio delle città metropolitane. Contro il balzello sui diritti d'imbarco si è schierata, con una sola voce, l'intera filiera del trasporto aereo, rappresentata dalle associazioni Iata, Assaeroporti, Assaereo ed Ibar. Gli emendamenti presentati al decreto legge collegato alla manovra di bilancio, hanno detto in un nota congiunta, «ci pongono di fronte all'ennesimo tentativo di imporre sul trasporto aereo, settore che genera un contributo diretto al PIL nazionale del 3,6%, un ulteriore tributo che ricadrà direttamente sui passeggeri aerei degli aeroporti delle città metropolitane, rafforzando lo squilibrio competitivo a favore del trasporto ferroviario non soggetto al prelievo».

Qualche ragionamento, poi, il governo lo sta facendo sul rinnovo della concessione del Gratta&Vinci a Lottomatica. Si sta approfondendo l'ipotesi di una possibile gara. Il governo è convinto che il rinnovo automatico sia lecito, il problema semmai è politico. La Ragioneria, però, ha chiesto che l'eventuale competizione per le lotterie istantanee garantisca comunque gli 800 milioni nel biennio.
Ultimo aggiornamento: 14:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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