Padova, «stai zitto negro», 14enne insultato e picchiato, ma l'arbitro lo espelle

Lunedì 6 Novembre 2017
Padova, «stai zitto negro», 14enne insultato e picchiato, ma l'arbitro lo espelle
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PADOVA - Ha mantenuto la calma, dopo che gli avversari per due volte gli hanno detto «stai zitto negro», poi lo hanno colpito con un pugno al basso ventre e lui non ha retto, ha accennato una reazione in campo ed è stato espulso dall'arbitro.

È quanto accaduto a Padova nella sfida tra Sacra Famiglia e Virtus Agredo di Loreggia, due squadre di quattordicenni che militano nel campionato regionale dei giovanissimi. Vittima dell'episodio un ragazzino di origini nigeriane, adottato sin da piccolo da una famiglia padovana. Da quando aveva 7 anni gioca sui campetti di calcio della provincia. «È un ragazzino mite, tranquillo, che sorride spesso e difficilmente alza la voce» racconta il suo allenatore, Domenico Esposito.

La sua colpa? Aver segnato il secondo gol, quello decisivo per la vittoria della sua squadra. La cosa non è piaciuta agli avversari che hanno cercato in tutti i modi di innervosirlo, prima con le offese razziste e poi dandogli un colpo proibito. «Mentre l'arbitro era girato - racconta Esposito - il mio giocatore ha accennato un gesto di reazione, inseguendo l'autore dell'aggressione, ma l'ho fermato prima che lo raggiungesse». L'arbitro ha però visto solo l'ultima parte della scena e a farne le spese è stato il calciatore della Sacra Famiglia, costretto ad abbandonare il campo.

«Ho fatto presente l'accaduto all'arbitro e all'allenatore degli avversari e per tutta risposta - racconta Esposito - il tecnico della Virtus Agredo mi ha detto "Napoli stai zitto"».
I genitori dei ragazzi della squadra di Padova, solidali con il compagno, ora pensano ad azioni eclatanti, come chiedere un incontro alle altre società calcistiche per affrontare il problema del razzismo sui campi. «Noi siamo gli educatori di riferimento di questi adolescenti insieme ai familiari - conclude mister Esposito, raccontando che il suo omologo a fine partita non gli ha voluto neppure stringere la mano - sta a noi spiegare come ci si deve comportare con fairplay e senza frasi razziste sul terreno di gioco come nella vita».
Ultimo aggiornamento: 12:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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