Operata per un'ernia e dimessa. Donna muore dopo una settimana

Mercoledì 27 Settembre 2017
Operata per un'ernia e dimessa. Donna muore dopo una settimana
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CAORLE/PORDENONE - Si ricovera per un'operazione di routine, un intervento ablativo di ernia gastrica, viene dimessa nonostante i forti dolori muore dopo una settimana. La Procura di Pordenone, in seguito all'esposto presentato dal marito, ha aperto un procedimento penale per omicidio colposo per la morte di una 61enne di Caorle, iscrivendo nel registro degli indagati sette medici e un'infermiera.

Annamaria Gnan, questo il nome delle vittima, stimata titolare di un salone di parrucchiere per uomo e donna nella sua cittadina, il 6 settembre si sottopone ad un “semplice” trattamento di ernia iatale tramite laparoscopia esplorativa al Policlinico San Giorgio di Pordenone, casa di cura privataconvenzionata con la Regione Friuli Venezia Giulia per 182 posti letto. Pur lamentando forti dolori ad un fianco, la paziente l'11 settembre viene dimessa: i medici la rassicurano, spiegandole che sono la normale conseguenza della quantità d'aria introdotta durante l'operazione e, nel caso di persistenza o aggravamento delle algie, la invitano a rivolgersi al proprio medico di famiglia per farsi prescrivere una terapia antidolorifica ad hoc.

Cosa che il 13 settembre la donna fa, visto che i dolori con il passare delle ore diventano sempre più insopportabili. Il suo medico di base le prescrive un analgesico, che la 61enne assume puntualmente seguendo tutte le indicazioni, ma con scarsi risultati. Anzi, nella notte tra mercoledì 13 e giovedì 14 settembre la situazione precipitata e in pochi minuti si consuma la tragedia. Poco dopo la mezzanotte la signora comincia a respirare sempre più affannosamente, al punto che il marito corre in salotto per chiamare il 118, ma quando torna in camera da letto la moglie non respira già più e le esce sangue dalla bocca e dal naso. Quando i sanitari del Suem arrivano, non possono che constatare il decesso.

Sconvolti dal dolore e non riuscendo a capacitarsi dell'accaduto, i familiari di Annamaria Gnan, per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia, attraverso il consulente personale Riccardo Vizzi, si sono dunque affidati a Studio 3A, e hanno presentato presso la stazione dei carabinieri di Caorle un esposto nel quale si chiede all'autorità giudiziaria di effettuare gli opportuni accertamenti per verificare eventuali profili di responsabilità penale in capo ai medici che hanno preso in cura la loro cara o della struttura di pertinenza, disponendo, al caso, anche l'acquisizione delle cartelle cliniche integrali e l'esame autoptico.

Richieste ritenute degne di accoglimento da parte della Procura di Pordenone. Il Sostituto Procuratore, dott. Nicola Russo, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, iscrivendo nel registro degli indagati otto sanitari: sei medici, per lo più chirurghi, e un'infermiera del Policlinico San Giorgio, più precisamente i componenti dell'équipe della sala operatoria che ha eseguito l'intervento, i dottori che hanno visitato la paziente durante il ricovero e quello che l'ha dimessa, più il medico curante della signora. Il Pm, inoltre, ha incaricato un consulente tecnico medico legale, la dott.ssa Barbara Bonvicini, di espletare l'autopsia sulla salma della vittima per verificare, anche attraverso la disamina della documentazione medica, se il decesso sia eventualmente riconducibile a profili di colpa sanitaria commissiva od omissiva da parte degli indagati. L'esame autoptico sarà effettuato nella cella mortuariadell'ospedale di Portogruaro lunedì 2 ottobre, alle 9.30.
Ultimo aggiornamento: 28 Settembre, 10:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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