Lega, conti bloccati: La rabbia di Salvini: vogliono farci fuori

Venerdì 15 Settembre 2017 di Stefania Piras
Lega, conti bloccati: La rabbia di Salvini: vogliono farci fuori
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MILANO - È un fiume in piena Matteo Salvini. Il segretario del Carroccio parla di «attacco alla democrazia» perché il tribunale di Genova ha deciso di sequestrare i conti correnti della Lega Nord accogliendo la richiesta del pm Paola Calleri di confiscare oltre 48 milioni di euro a seguito della sentenza di primo grado di Umberto Bossi, Francesco Belsito e altri cinque imputati, per la maxi truffa sui rimborsi elettorali tra il 2008 e il 2010. 

«Oggi, 14 settembre 2017, per la prima volta nella storia della Repubblica, i giudici stanno bloccando l'attività di un partito politico. Vogliono farci fuori» ruggisce Salvini che ieri sera ha convocato una conferenza stampa a Montecitorio per attaccare la magistratura genovese che ha fatto bloccare tutti i beni e i conti correnti di importanti federazioni del Carroccio, tra cui, Imperia, Bologna, Bergamo, Sanremo e Trento. Si tratta di una misura cautelare conseguente alla sentenza di poche settimane fa che condannò Umberto Bossi a due anni e tre mesi di reclusione e Francesco Belsito, il tesoriere, a due anni e sei mesi. Secondo l'accusa, i vertici del partito avrebbero ottenuto i rimborsi elettorali con documentazioni artefatte, fondi che poi sarebbero stati utilizzati per spese non istituzionali. «Òra non ho disponibilità per pagare i palchi di Pontida» dice Salvini ammettendo le difficoltà in cui si trova ora la Lega a cui alcune banche, a livello locale, hanno negato l'accesso ai conti correnti di dirigenti chiamati a fronteggiare le spese per l'organizzazione del prossimo raduno. «Quindi, non possiamo pagare le spese per palchi, tendoni, pullman, auto. Ma la faremo lo stesso, vedremo come...» ha detto Salvini. «Certo, faremo ricorso - ha spiegato - ma con i tempi della giustizia italiana dovrò attendere un anno». «Una decisione assurda - ha aggiunto - che arriva prima della sentenza definitiva, e che per di più riguarda una gestione precedente, di sei o sette anni fa». 

Un attacco politico, così lo interpreta Salvini. Giustizia a orologeria, si proclama, per colpire un partito in un momento che «è in crescita nei sondaggi» e a pochi giorni dal tradizionale raduno di Pontida. «C'è chi, usando un pezzettino di magistratura, anche un solo giudice, - attacca Salvini - vuole mettere il bavaglio al dissenso, ad alcuni milioni di italiani che credono nella Lega. Ma non ci fermiamo, andremo a Pontida anche a costo di pagarla di tasca nostra. Non è un caso che lo abbiano fatto adesso e non un anno fa» sostiene il segretario ligure del Carroccio e assessore regionale allo Sviluppo economico Edoardo Rixi, che è stato anche vice di Matteo Salvini.

«Si avvicinano le elezioni politiche e ognuno usa gli strumenti che è più capace di usare. Noi usiamo le idee, gli altri questi strumenti tristi». «Quello emesso dal tribunale è un sequestro preventivo provvisorio - ha spiegato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi - Se la sentenza di condanna di primo grado dovesse essere ribaltata in appello o in Cassazione, i soldi verranno restituiti». «In fase di indagini preliminari - prosegue Cozzi - la procura aveva già chiesto il sequestro ma il giudice per le indagini preliminari lo aveva rigettato perché ancora non era stato quantificato il danno». L'obiettivo dei magistrati è garantire che quei soldi venissero «congelati» per evitare che, in caso di condanna definitiva, non potessero più essere recuperati nei prossimi anni.

Matteo Renzi ha infilato il coltello nella piaga dal palco della festa dell'Unità di Frascati.


 

Ultimo aggiornamento: 15:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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