Francesco fa il Papa, ma decide il Parlamento

Giovedì 24 Agosto 2017
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Carissimo direttore,
sono rimasto profondamente stupito dalle esternazioni di papa Francesco. Si tratta della richiesta che il Pontefice rivolge allo stato Italiano che vengano riconosciuti ai migranti economici e politici, ai loro discendenti, ai minori stranieri non accompagnati e magari pure a qualche popolazione di extraterrestri la cittadinanza italiana con tutti i vantaggi derivanti dalla medesima con particolare riferimento al nostro welfare. 
Al di la delle opinioni personali stupiscono due elementi. 
In primo luogo salta agli occhi il disinteresse totale con cui il Pontefice tratta l'opinione pubblica del Bel Paese notoriamente contraria all'estensione indiscriminata della cittadinanza in un'epoca di immigrazione incontrollata e di terrorismo internazionale sanguinario. 
Vi è, poi, un fatto più sottile ma non meno rilevante del precedente. Si tratta, infatti, della prima ingerenza squisitamente politica che un leader religioso azzarda nei confronti di uno stato laico e liberale. Anche in occasioni precedenti la Chiesa Cattolica ha espresso opinioni ed esercitato pressioni sul versante politico. Tuttavia nelle situazioni passate vi erano riferimenti teologici indiscutibili.
Si tratta di una situazione inedita e impressionante e ancor più incredibile appare l'atteggiamento di alcune forze politiche, sia di governo che di opposizione, che pur definendosi laiche plaudono al discorso del Vescovo di Roma. 

Lorenzo Martini 
Stanghella (Pd)
Caro lettore,
il Pontefice ha il diritto di esprimere il suo punto di vista su aspetti della vita sociale e politica di un Paese. La cosa non credo debba scandalizzare. E ho anche qualche dubbio sul fatto che si debba parlare di ingerenza. Perché per quanto autorevoli quelle del Papa sono pur sempre opinioni e indicazioni. Non dettami teologici. Vanno ascoltate con la grande attenzione che meritano, ma non c'è nessun vincolo a trasformarle in norme e leggi.
Papa Francesco ritiene fondamentale lo ius soli? È sicuramente una posizione di gran peso. Ma sarà il Parlamento italiano non la curia romana o il Vaticano a decidere se l'Italia deve avere una legge sullo ius soli.
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