​I dogmi contro i vaccini non aiutano a ragionare

Domenica 30 Luglio 2017
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Caro Direttore,
mi chiamo Francesco e sono nato nel 1963. Di vaccini sono ignorante come il 90% dei cosiddetti no-vax che non mi pare abbiano un comitato scientifico ufficiale su cui basare la loro filosofia, ma più spesso qualche lettura e fobia trasmessa da internet. Sulla questione dico solo due cose. 

La prima nasce da millenni di cultura filosofica. Socrate: il vero saggio é colui che sa di non sapere. La seconda più moderna: condivido il pensiero del virologo Burioni «la scienza non é democratica». Per discutere con competenza di vaccini serve minimo una laurea con specializzazione in virologia, se no parliamo di niente. La libertà di pensiero e di azione quando si tratta di salute pubblica sono concetti democratici da mettere da parte per non esporre i nostri figli e noi stessi a malattie pesantissime.

Io da ignorante in materia mi affido alla scienza, allo Stato e un de minimis alla esperienza personale, che sarebbe questa. Mi chiamo Francesco perché mio zio portava lo stesso nome e alla età di 4 anni è morto devastato dalla difterite. Nel 1969 ricordo i colpi di tosse che di notte svegliavano il condominio, quelli di un mio amichetto colpito dalla pertosse che per poco non è morto.

Quindi ottima davvero la obbligatorietà dei vaccini e per favore non politicizziamo pure questo. 


Francesco Cera

Caro lettore,
su queste pagine abbiamo difeso il diritto di chi è contrario ai vaccini di sostenere le proprie tesi. Dobbiamo però anche dire che quella dei no-vax ha sempre più le caratteristiche di una vera e propria ideologia che, come tale, si nutre di irremovibili certezze, prescinde spesso dalla realtà ed è animata da un furore iconoclasta verso chi ha opinioni diverse.

Purtroppo questo non aiuta un sereno confronto su un tema così delicato e dalle evidenti implicazioni collettive. Opporsi ai vaccini non può infatti essere considerato un semplice problema di coscienza individuale.

Lo dimostra il caso che abbiamo raccontato sull'edizione di Padova del giornale di ieri: un papà e una mamma, genitori da poco e residenti in Portogallo, hanno deciso di non venire a Padova per paura che il proprio figlio di nemmeno un anno e quindi non ancora vaccinato possa contrarre il morbillo, una patologia che, sradicata in altri Paesi (il Portogallo è fra questi) grazie ai vaccini, è tornato invece a diffondersi in Italia.

Qualcuno potrà dire che si tratta di un caso limite. Può darsi. Ma il fatto resta e dovrebbe far riflettere anche chi scende in piazza contro i vaccini.
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