Migranti, Boeri: «C'è sempre più bisogno di quelli regolari»

Giovedì 20 Luglio 2017
Migranti, Boeri: «C'è sempre più bisogno di quelli regolari»
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«Proprio mentre aumenta tra la popolazione autoctona la percezione di un numero eccessivo di immigrati, abbiamo sempre più bisogno di migranti che contribuiscano al finanziamento del nostro sistema di protezione sociale». Lo dichiara il presidente dell'Inps, Tito Boeri, presentando in un'audizione alla Camera lo studio che ha portato alla stima di costi per oltre 37 miliardi nel 2040 in caso di un azzeramento dei permessi di lavoro per lavoratori stranieri.

«Il nostro paese - spiega - ha chiuso molti canali di ingresso regolare nel mercato del lavoro, mentre sta attraendo un crescente numero di rifugiati ed immigrati irregolari» anche se è proprio l'immigrazione regolare che «contribuisce a finanziare il nostro sistema pensionistico».
In particolare aiuta il fatto che gli immigrati che arrivano sono giovani, lontani dall'età della pensione, con l'80% dei nuovi permessi di soggiorno che è concesso a stranieri con meno di 35 anni. La quota degli Under 25 che cominciano a contribuire all'Inps come dipendenti, poi, è passata dal 27,5% del 1996 al 35% del 2015.


«Abbiamo calcolato che sin qui gli immigrati ci hanno regalato circa un punto di Pil di contributi sociali a fronte dei quali non sono state loro erogate delle pensioni». Lo afferma il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in un'audizione alla commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema di accoglienza dei migranti.

In particolare, Boeri spiega che «gli immigrati regolari versano ogni anno 8 miliardi contributi sociali e ne ricevono 3 in termini di pensioni e altre prestazioni sociali, con un saldo netto di circa 5 miliardi per le casse dell'Inps».

Contro Boeri Roberto Calderoli e altri esponenti di destra: «Sbaglia il presidente Inps, Tito Boeri, ad ostinarsi a ripetere che gli immigrati non hanno sottratto il lavoro agli italiani - spiega Calderoli - Una bugia contraddetta dai numeri forniti dallo stesso Boeri incrociati con quelli forniti dall'Istat: se da una parte la percentuale di giovani immigrati che pagano regolari contributi previdenziali è salita al 35%, dall'altra la percentuale di nostri giovani che non hanno un lavoro è intorno al 40%, questo significa semplicemente che i giovani immigrati hanno tolto il lavoro ai giovani italiani che sono costretti ad andarsene all'estero in cerca di opportunità professionali». 
Ultimo aggiornamento: 21 Luglio, 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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