Usa, soffoca la figlia di 2 anni e manda una foto all'ex: «Ti aiuterà a ricordarla»

Mercoledì 5 Luglio 2017 di Federica Macagnone
Usa, soffoca la figlia di 2 anni e manda una foto all'ex: «Ti aiuterà a ricordarla»
«Mi dispiace, penso che meriti una sua ultima foto che ti aiuti a ricordarla». Quando Paul Hogan, di Fenton, negli Usa, si è visto arrivare quel messaggio sul cellulare non sapeva ancora quale tragedia avrebbe dovuto affrontare. Non pensava che Cody-Anne Jackson, la compagna 20enne con la quale aveva messo al mondo la piccola Macey due anni prima, potesse arrivare a uccidere. Una follia omicida dettata dalla fine del loro rapporto, dalla consapevolezza che la famiglia felice che aveva sempre sognato non si sarebbe mai più riunita. Era il 9 ottobre e da allora Paul ha gli incubi tutte le notti, mentre in un'aula di tribunale stanno emergendo i dettagli inquietanti di quelle ultime ore che hanno portato all'uccisione della bambina e al tentato suicidio di Cody.

La storia tra la ragazza e Paul era finita ai primi di ottobre e lui aveva deciso di abbandonare la loro casa. Da quel momento per l'uomo era iniziato un bombardamento via messaggi da parte dell'ex compagna: parole piene di rabbia e di rancore che lui ignorava per tentare di salvaguardare il rapporto con la figlia. Fino a quel giorno di ottobre, quando quel messaggio gli fece gelare il sangue. Non pensava, però, che Cody fosse capace di tale orrore e non si preoccupò più di tanto. Non sapeva che a pochi chilometri da lui la sua bambina viveva gli ultimi minuti della sua esistenza. Nel tardo pomeriggio Cody l'ha soffocata con due cuscini. Poi è scesa in cucina, ha preso quattro coltelli e ha provato a uccidersi. Solo alle 10 del mattino seguente la ragazza ha chiamato i soccorritori che, una volta sul posto, si sono immediatamente resi conto che la piccola era morta da ore. Su un comodino la polizia ha trovato una nota che la ragazza aveva lasciato per lo zio: «Non voglio lasciarla in questo mondo, ma non posso nemmeno andare avanti così. Non c'è più nulla per me e per Macey».

Secondo la Stafford Crown Court la ragazza si era isolata dalla società a tal punto da soffocare la figlia e tentare di uccidersi. Evidenze di reato che, però, Cody ha respinto veementemente dichiarandosi innocente: davanti ai giudici ha raccontato di aver messo a dormire la piccola vicino a lei e di essersi addormentata. Solo dopo ore si è accorta che la sua bimba non respirava più e ha deciso di uccidersi. Ma per il procuratore Jonas Hankin quel bombardamento di messaggi durato giorni non lascia spazio ad altre ipotesi: «È chiaro che Cody si sentisse arrabbiata con Paul. Nel giorno della tragedia ha provato a chiamare più volte l'ex compagno senza riuscire a parlarci. È stato allora che ha mandato quell'ultimo agghiacciante messaggio. È stato in quelle ore che ha realizzato di essere sola. Dopo aver ucciso la figlia è rimasta fino alle 10 del mattino nel letto insieme a lei prima di comporre il numero delle emergenze. La piccola ha subìto danni cerebrali in seguito alla mancanza di ossigeno». Adesso la parola spetta ai giudici, che non credono alla versione della ragazza: quella notte Cody ha distrutto per sempre la vita di tre persone.
Ultimo aggiornamento: 6 Luglio, 13:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA