Le perizie disposte dalla Procura confermano che Mihail Savciuc, 19enne moldavo reo confesso dell'omicidio di Irina Bacal, l'ex fidanzata 20enne incinta, non avrebbe agito in un impeto, ma premeditando tutto. Nelle ore precedenti il delitto, Savciuc cercò su internet dal suo Galaxy Note 3 la voce "Come si uccide a mani nude" oltre a informazioni sulle procedure di polizia per rintracciare i cellulari.
La pm Mara De Donà ha disposto varie perizie sul cellulare del giovane: malgrado il tentativo del 19enne di cancellare i dati si è riusciti a recuperare tutto il contenuto appurando che a partire dalle 8.46 del 19 marzo, il giorno dell'omicidio, Savciuc abbia cominciato a effettuare una serie di ricerche inquietanti, secondo il legale della famiglia Bacal. E dall'autopsia emerge: la morte non sarebbe avvenuta nel luogo in cui il cadavere è stato ritrovato 3 giorni dopo, a Formeniga di Vittorio Veneto, visto che ci sarebbero evidenti segni di trascinamento del corpo attraverso le braccia. Il legale: «Ora ci aspettiamo anche che l'indagato racconti finalmente tutta la verità perché ci sono ancora parecchi punti oscuri».
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