VENEZIA - Suscita polemiche, e non poche, il ddl sulla legittima difesa che ha ottenuto oggi il primo via libera alla Camera. Tra i punti di vista critici c'è quello del presidente della Regione Veneto Luca Zaia: per il governatore la legge è figlia di compromessi che non tutelano l'incolumità dei cittadini ma anzi, in un certo qual modo indicano ai criminali quali siano le "ore migliori" per colpire. Una posizione del tutto in linea con quella espressa ieri dalla Lega Nord che giudicava questo intervento troppo lieve e chiedeva la non punibilità di chi, rapinato in casa propria o vittima di un crimine violento, avesse reagito nei confronti del criminale causandone la morte. Il voto ora passa al Senato.
IL VOTO
La Camera ha approvato la legge con 225 Sì, 166 No e 11 astenuti. A favore: Pd, Ap, Civici e innovatori. Contrari: M5S, Forza Italia, Lega Nord, Sinistra italiana e Fratelli d'Italia. Astenuti: Centro democratico e Psi.
IL SONDAGGIO Ok della Camera al Ddl legittima difesa: difendersi sì, ma solo di notte. Siete d'accordo?
ZAIA: ORA IL CRIMINALE PUO' SCEGLIERE QUANDO COLPIRE
«E’ stata partorita una pessima legge, che è in linea con il profilo di questa maggioranza: tutto quel che approva è frutto di mediazioni estenuanti che sfociano in contraddizioni stridenti, come la legittima difesa a ore. Alla gente esasperata e impaurita hanno detto: di notte difenditi, ma di giorno lasciati rapinare. Invece, o la legittima difesa è sempre o non lo è mai. Mettendomi per la prima e ultima volta nei panni dell’aggressore – incalza il Governatore – non potrei che gioire: scelgo io il momento migliore per delinquere con il minor rischio possibile. Inconcepibile, ma purtroppo reale, e in linea con l’atteggiamento del Governo e della maggioranza, mai capaci di decidere per vera convinzione. Anche in questo caso: il popolo preme? Diamogli un biscottino facendogli credere che stiamo dalla sua parte. E invece no, non è così che si combatte la criminalità. La si combatte con leggi dure, pene certe e scontate fino all’ultimo minuto, uomini e mezzi alle forze dell’ordine, legittima difesa senza se e senza ma, non con il cronometro in mano per decidere chi è l’aggressore e chi l’aggredito». Una critica che porta Zaia a ricordare, neanche tanto tra le righem l'appuntamento referendario del 22 ottobre, e a immaginare un Veneto di gran lunga più indipendente dallo Stato Centrale, una Regione in grado di legiferare in autonomia anche su quello che riguarda la pubblica sicurezza: «Di fronte a leggi come queste viene voglia di esagerare e di pensare a un’Autonomia che possa assegnare alle Regioni anche competenze di ordine pubblico. Se potessimo, quando potremo, in Veneto sapremmo, sapremo, fare molto di più e meglio».
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