Sara Di Pietrantonio e gli sms con l'ex Vincenzo: "Perché mi vuoi uccidere?"

Giovedì 2 Marzo 2017
Sara Di Pietrantonio e Vincenzo Paduano
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Quando Vincenzo Paduano, reo confesso, fu arrestato per l'omicidio della ex, Sara Di Pietrantonio, l'ordinanza del gip escluse la premeditazione. Le analisi delle chat tra la 22enne romana uccisa e l'ex fidanzato trasformatosi in assassino, però, rivelano contenuti inquietanti che potrebbero essere elementi decisivi per inserire quest'aggravante e far rischiare al 27enne l'ergastolo.



A rivelarlo è il Corriere della Sera. Quello tra Sara e Vincenzo fu, anche a detta degli amici, un rapporto sentimentale normalissimo, come tanti. A scatenare la folle gelosia del giovane, però, ci fu un bacio dato, a metà 2015, da Sara al suo ex fidanzato alla sua festa di compleanno. Da quel giorno, Vincenzo, che le rifilò una sberla davanti a tutti gli amici e la trascinò di forza in auto, iniziò a perseguitare Sara con tutti i metodi possibili. Per questo motivo Sara decise di lasciarlo, ma continuò a dargli fiducia, convinta di poter gestire le pressanti richieste dell'ex, come scrive il pm Maria Gabriella Fazi.

«Ho paura di te dopo quello che mi hai fatto, credo che tu mi debba delle scuse. Vediamoci, voglio sentire cos'hai da dirmi», scriveva Sara a Vincenzo su WhatsApp. Il giovane aveva risposto: «Se hai paura di me, in un luogo affollato potresti stare più tranquilla». Vincenzo, però, continuava a monitorare costantemente non solo i profili social di Sara e dei suoi amici, ma anche gli spostamenti della ragazza, grazie ad un'app sullo smartphone che intercettava l'altro dispositivo.



È proprio così, durante uno dei tanti, lunghi appostamenti, che Vincenzo viene a scoprire che Sara ha una nuova relazione con un altro ragazzo. Questo scatena ancora di più la sua ira e la sua gelosia, le richieste si fanno minacce e Sara inizia ad avere paura. «Perché vuoi uccidermi?», scriveva Sara a luglio 2015. Vincenzo aveva risposto così: «Servirebbe a qualcosa?». Per lunghi mesi la situazione si è poi protratta fino al tragico epilogo, nel maggio 2016, dell'omicidio, preannunciato su Facebook appena due ore prima: «Quando il marcio è radicato nel profondo ci vuole una rivoluzione, tabula rasa. Diluvio universale». Poi la follia omicida: l'appostamento, il pedinamento in auto, il tamponamento volontario e la lite con Sara, fino alla benzina e al fuoco appiccato sulla povera ragazza.

Domani è prevista l'udienza preliminare. Il legale della famiglia di Sara lancia un appello: «Non vogliamo derive populiste o giustizialiste, non chiediamo pene esemplari o vendetta. Chiediamo solo che venga rispettata la legge, l'unica giustizia possibile per la ragazza è nel codice penale».
Ultimo aggiornamento: 13:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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